mercoledì 15 ottobre 2008

Giro di Lombardia - La quiete e la tempesta

Già si fa sera. E' tanto più di un piccolo segnale. Chi se la ricorda ormai l'estate? La corsa termina ed il lungolago si svuota pian piano. E' l'ultima corsa della stagione e sai che ci sarà tanto da aspettare. Talmente tanto che tutto apparirà completamente nuovo. Già è sera sul lago e nessuno ha più voglia di parlare di ciclismo a parte te che te ne stai rimbecillito appoggiato ad una ringhiera sull'acqua. C'è un aereo che parte dall'aeroporto. La pista è fatta di boe luminose e l'aereo decolla leggero sull'acqua puntando la collina con sopra Brunate ed il faro Voltiano.
La corsa è stata favolosa ma tu hai avuto tutto il giorno il groppo in gola perchè sapevi che era l'ultima. Adesso è sera, e la sala stampa si svuota veloce, con gente che si saluta, quasi partisse per un altro mondo. I corridori sono scappati da un bel pezzo e tu, con la tua tastiera pigi come un matto scrivendo della gara, delle azioni di corsa. Ma sai che è sera e che è finita. A nessuno, domani interesserà più. Così lasci Como con il magone e ti dici che passerà veloce. Che già a Dicembre si presenta il Giro, poi c'è Natale e poi si passa all nuova stagione. Non ti giri verso il lago. Quel lago meraviglioso attorno al quale storie di meraviglioso ciclismo sono state scritte da cent'anni ad oggi. Non ti giri perchè ti dici che l'anno prossimo sarai lì e perchè sai bene, che ti faresti prendere dall'emozione. Viaggi nella notte e pensi già a casa. Casa tua, il tuo rifugio. Quelli che ti amano ti aspettano. Che c'è di meglio?
Como è già dimenticata. In fondo, era chiaro a tutti, che si trattava solo di una corsa di ciclismo.

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