Geraint Thomas - Ricordo della Tirreno Adriatico 2017 (Costa Reputolo) |
Una volta ho chiesto ad un amico corridore che aveva corso nella Barloworld se mai si fosse aspettato che il gracile Froome, alle prime armi in quella formazione, sarebbe diventato l’indiscusso campione da corse a tappe che conosciamo. La risposta mi lasciò sorpreso, perché non tanto Froome, quanto Thomas in quegli anni mostrava i numeri giusti per una grossa carriera. Poi, un po’ come accade nella vita quando dai banchi di scuola si passa ad altre cose, gli equilibri sono cambiati e Thomas ha dovuto adattarsi diventando uno dei compagni di fiducia del Kenyano, favorendo le sue vittorie e rimuginando, probabilmente, su quello che poteva essere e non era diventato. Sino alla scorsa estate, quando si è messo a fare le cose in grande vincendo il Tour de France. A volte i successi si fanno attendere, si fanno desiderare ed i numeri non bastano, perché a loro è necessario aggiungere quella determinazione, quella cattiveria in più, che magari in quel momento non viene fuori. E la determinazione crescente di Geraint noi l’avevamo potuta intuire nella tappa di Fermo nella Tirreno Adriatico 2017, quando era in lotta per la maglia azzurra su un percorso davvero molto esigente e che chiamava il corpo a corpo. Quel giorno, sulla Costa Reputolo abbiamo forse visto l’alba della maglia gialla di quest’anno. A volte un successo è figlio di anni di attesa, e per questo alla fine è più bello.
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