domenica 14 settembre 2014

Purito Rodriguez

Purito Rodriguez - Ricordo del Campionato del Mondo 2013
Purito è rimasto lassù, con lo sguardo rivolto all’indietro, con i denti stretti e gli occhi spenti. Con l’anima in gola perché s’è reso conto che Nibali non lo mollerà. E Valverde non lo aiuterà. L’anima di Purito è rimasta in cima a via Salviati, a Firenze. Sul traguardo di quel Mondiale non è mai arrivata, ed il corridore umiliato dal recupero di Rui Costa era soltanto carne ed ossa. Vuoto, insomma. Quel pomeriggio era appena spuntato il sole, in via Salviati, dopo una terribile giornata di pioggia; gli accenni d’autunno degli orti erano tutt’uno con la luce ed i colori della corsa. La gent a bordo strada era eccitata ed urlava. Urlava forte il suo nome. L’anima di Purito è rimasta lassù, quasi pietrificata, dopo aver sbirciato ed aver capito. Meglio rimanere lassù, dove la corsa era ancora tutta sua.

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