sabato 25 febbraio 2017

Tirreno-Adriatico 2016 / Gli ulivi di Montefalco


Si sale - o si scende, tutto è incredibilmente relativo fuori dal ciclismo - per un tratto di strada che è una distesa di ulivi argentati, su un tappeto d'erba verde e soffice. In lontananza i primi Appennini innevati, quelli verso le Marche. Quelli che oggi hanno purtroppo pensieri ben più grandi di una corsa di ciclismo. Che rimane comunque una loro passione sincera. È uno strappetto breve e duro, dove i tifosi si accalcano su un muretto che mette un po' le vertigini e scrivono a terra "W il ciclismo" e "Pantani x sempre". Molto probabilmente proprio su questo strappetto passerà la Crono dei Vini del prossimo Giro d'Italia, il numero 100.
È Montefalco, provincia di Perugia, dove si incontrano cantine aperte, ciclisti simpatici e vigili urbani cortesi. Con Alessandro eravamo praticamente a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, ma senza saperlo. Per me la giornata era iniziata molto presto. Sveglia intorno alle 5, doccia, caffè e direzione Montalto di Castro, dove partiva quella 4a tappa della Tirreno-Adriatico di un anno fa. Qualche sosta lungo il percorso, con l'obiettivo di arrivare in tempo utile a Montefalco. Obiettivo centrato per un soffio, perché lungo quelle strade, ondulate e pastose, è sempre molto facile cadere nella tentazione di fermarsi per fotografare una vigna che appare dietro una curva in discesa.
Nell'attesa della corsa mi sono fermato a parlare con due signori di Terni. Marito e moglie, uniti nell'amore, quello per Pantani, quello "x sempre". Il ciclismo diventa spesso un concentrato di nostalgia e sofferenza, per questo rimane attaccato alla pelle più di tante altre cose. 
Inizio corsa è arrivata ben presto, i ricordi di queste fasi sono sempre molto veloci.
Un piccolo drappello in fuga, poi il gruppone praticamente compatto. Avevo osservato parecchio quel posto in quella mezz'ora di attesa. Lo avevo addirittura già studiato a casa su google maps. Cosa che da un lato è utile, dall'altro toglie il gusto dell'imprevedibilità e della scoperta. Ho scelto un ciuffo d'erba per sdraiarmi, ho maledetto qualche goccia di pioggia che è caduta e benedetto un po' tutto il resto. 

Montefalco, 12 marzo 2016 

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