mercoledì 17 maggio 2023

Il Giro siamo noi: partenza!

 di Francesco Bonasera




Il Giro entra puntuale nella quotidianità dei luoghi che attraversa.

La travolge. E la stravolge.

Per il fastidio di una strada chiusa che stimola la fantasia per la ricerca di nuove vie o per il sorriso che regala a chi passa una vita affacciata alla finestra in attesa che il mondo venga a bussare.

Può essere un'attesa lunga quattro anni, come un'Olimpiade. O può essere una primavolta, di quelle che non si scordano più.

Quasi nessuno sa chi sia il corridore che sta passando in una crono. Eppure lo incita, lo osserva, gli diventa amico per quei 10 secondi in cui sfreccia vicino. Così vicino che anch'io posso farlo, anch'io sono uno di loro.

I bambini leggono e gridano curiosi i nomi sui fogli dell'ordine di partenza, i signori anziani raccontano lucidi ed entusiasti di quella volta che Baldini vinse il Baracchi in coppia con Coppi, le signore annoiate - ma sorridenti e vestite a festa che neanche alla messa - ringraziano Dio ché finalmente l'ultimo è passato e si può tornare alle faccende importanti.

Il Giro è commovente perché il Giro è di tutti. È la cultura popolare a fatti e non a parole, è il racconto condiviso di una Storia che esce dai milioni di libri.

Il Giro siamo noi, padri e figli.

Ognuno di noi dovrebbe seguire il Giro una volta nella vita. Dovrebbero esistere ferie dedicate. Per scoprire e conoscere il Paese in cui viviamo, capirne i difetti, sentirne e respirarne la bellezza, amarne le imperfezioni. Se un futuro c'è, passa lungo queste strade, si infila nelle piazze vive di borghi dimenticati, coglie lo sguardo ampio di un artigiano nascosto, sfiora la neve inattesa di maggio e si tuffa nel blu dipinto di... rosa.

Mentre la corsa passa, proprio sotto il tuo ombrellone.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella descrizione che Ti fa vivere la realtà di di resto in attesa x ore e portare il suo incitamento in quei pochi secondi di transito ma l’attesa ne vale la pena. Bellissima cartolina che ti fa vivere la realtà .

Anonimo ha detto...

Dimenticato la Firma Riccardo M.