E' il 1998 ed il Giro d'Italia si è chiuso da oltre un mese con la bella vittoria di Pantani. Parte il Tour ma una macchina della Festina (squadrone Francese) viene fermata alla frontiera (quel Tour parte dall'Irlanda) ed il massaggiatore alla guida deve rispondere di un bagagliaio pieno di prodotti dopanti.
Questo episodio segna così l'inizio di un tormento che dura sino ad oggi.
Il mondiale di calcio era finito da qualche giorno ed io mi misi in testa di andare in moto (appena comprata) sin sui Pirenei. Era il mio primo viaggio a due ruote ed ero ansioso ed assieme spaventato. Così, per distrarmi un po', scrissi un diario di viaggio. A dieci anni di distanza ecco il racconto di quell'avventura (per me) irripetibile.
Tanti volti e tanti episodi che avevo dimenticato sono riemersi da quelle pagine scritte a mano, la sera, dopo il lungo trasferimento, davanti ad una buona birra, su una panchina a godere dell'aria fresca dopo una giornata al sole del Midì, oppure dentro la tenda mentre la pioggia batte incessantemente.
A volte ripenso a quei giorni e vorrei tanto riassaporare il gusto schietto e verace di quell'avventura; così come vorrei tanto ascoltare una volta ancora il racconto che un amico condivise durante una di quelle giornate.
Non torneranno più quei giorni e quei volti. Non c'è nostalgia ma emozione; come quando si vivono forti emozioni e diventa difficile andare a letto a dormire. Così è per me rileggendo quelle pagine.
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