giovedì 17 luglio 2008

Speciale Tour de France 2008 - CERA

Già perchè adesso dobbiamo imparare anche questa. A me Riccò piaceva. Lo chiamavo "il rosso", perchè mi aveva colpito il colore dei suoi capelli la prima volta che l'ho incontrato, a Pievebovigliana. Era una mattina limpida quel giorno; era limpida e fredda. Ero alla partenza di una tappa della Tirreno Adriatico; tappa che arrivava ad Offagna e che "il rosso" avrebbe poi vinto staccando Vinoukorov e Kloden. Quando mi si presentò davanti gli chiesi una foto. Madonna quanto è giovane - pensai. Mi colpì perchè si mise in posa; capii che stare al centro dell'attenzione gli piaceva da morire.
Da lì in avanti una continua ascesa. Lo scatto sul Poggio alla Sanremo, il Giro dello scorso anno con la vittoria alle Tre Cime e poi il meraviglioso Lombardia. C'era sempre lui, nelle foto più belle. C'era sempre lui a mantenere le promesse che sembravano sbruffonate. C'era. A me piaceva perchè sembrava quasi impossibile che fosse così convinto, così sfrontato. Mi piaceva perchè riusciva quasi sempre a far ciò che diceva (e quanto parlava...).
Così adesso mi piace pensare che almeno quel suo modo di fare era proprio suo, che almeno in quello egli era genuino. Il resto è adesso materia per dottori ed avvocati; materia per ottimi oratori. Ma a me piace il ciclismo e di solo ciclismo voglio parlare.
A me piaceva perchè attaccava e frantumava il gruppo, perchè rendeva tutto un po' meno scontato. Però in fondo l'ho sempre saputo. Ho sempre saputo che avrebbe potuto accadere. Allora perchè non ammetterlo? Mi sono divertito. Ci siamo divertiti. Anche se po' lo si è sempre saputo, almeno sospettato; vogliamo dire temuto? Ma sì, diciamolo.
Adesso comincia l'odioso balletto. Il balletto di chi vuole la confessione. Di chi vede il complotto di che sputa sentenze e di chi vuole fermare questo sport. Suvvia. Abbiamo già visto tutto questo. E non ci ha divertito neppure la prima volta.
Inutile adesso stracciarsi le vesti. Sono troppo malato di ciclismo per pensare che questo possa cambiare qualcosa. Inutile prendersela con il corridore, con il ciclismo, o con il mondo tutto.
Se ciò che "cera" adesso non c'è più.

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