venerdì 11 luglio 2008

Tour de France 2008 - Va male: parliamo (ancora) di Cunego

Al Tour la caduta ci sta. Si viaggia al limite per tanti chilometri ed è facile perdere lucidità. Diciamo che può capitare, anche se una gamba in buona condizione aiuta ad evitarle, le cadute. E' toccato a Cunego che capitombola ad un'ottantina di chilometri dal traguardo procurandosi una bella strisciatona che lo farà impazzire dal bruciore questa notte. Davanti intanto tutti i migliori prendono il largo. Ci sta. Erano fasi concitate, il vento, il gruppo che si spezza. Chi è davanti ci da dentro, la guerra è guerra. Che fa il nostro? Non trova di meglio che mettersi in testa al suo plotone a trenare come un forsennato per recuperare sui primi.
A vedere certe cose ti cascano le braccia.
Questo sarebbe il Cunego che è venuto quì a vincere il Tour? Ma chi lo guida in ammiraglia? Non sa, Cunego, che certi errori si pagano con sonanti interessi?
Ricordo un Tour, era il 1991, in cui Indurain in maglia gialla (fu il suo primo Tour) si fece sfuggire un nutrito gruppo di avversari. Si mise con la squadra ad inseguire e diede alcuni cambi. Quella sera Delgado lo rimproverò severamente.
E' proprio in certi frangenti che un capitano dimostra di essere all'altezza. Saper muovere la squadra, saper allacciare le giuste alleanze, stare davanti e non sul ciglio della strada. Sono queste le cose che deve fare un capitano perchè poi, in certi momenti, queste cose vengono bene.
Oggi Cunego ha sbagliato. Ma stasera ci sarà qualcuno della sua squadra che lo rimprovererà?

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