Una delle Nazionali più anziane, e si sapeva. Negli ultimi anni la squadra azzurra si è trasformata, sotto la guida di Ballerini, da selezione a gruppo. E come tutti i gruppi, invecchia. Ecco perchè quest'anno si presenterà al via con un bagaglio di esperienza senza precedenti. C'è inoltre da segnalare come i mondiali a fine stagione favoriscano corridori di secondo pelo, che hanno bisogno di macinare più chilometri per raggiungere la grande condizione. Ciò che sta accadendo a Bettini, che alla Vuelta si è finalmente acceso. Così, ancora una volta, il piccolo Livornese vestirà i panni del capo indiscusso della formazione Italiana. Come Ballerini vuole.
Uno dei pochi giovani rampolli sarà Ballan. Forse per la sua propensione a brillare sulle pietre del Nord, Ballan piace al CT. Pozzato rimane a casa e così Nibali (forse esaurito dopo Giro e Tour di fila). A casa anche Di Luca che non si è mai inserito appieno nel gruppo degli Azzurri. Ballerini non vuole sorprese e non le va a cercare. A Varese pochi protagonismi e tanto sacrificio.
E allora che ruolo conferire a Rebellin? Egli ha "salvato" la faccia all'Italia nella prova in linea di Pechino. Egli gode dello stesso rispetto di Bettini, pur avendo vinto meno (ma è assai più regolare). Puntare tutto su Bettini non si potrà, perchè Davide esigerà un certo spazio. Quello che ha riempito in Cina, appunto, quando Bettini si perdeva sulla ruota di Valverde.
Così le parole di Bettini subito dopo l'arrivo Olimpico ("non ho potuto fare la mia gara") suonano ora come un ammonimento, forse più un ostacolo, alla corsa del Veneto. Da quella dichiarazione bisogna ripartire perchè se è vero che Bettini merita di giocarsi la corsa, è altrettanto vero che Rebellin, a Pechino, se l'è giocata meglio.
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