lunedì 23 marzo 2009

Sanremo 2009 - Il disastro delle Mànie

Comincio, come promesso, il gioco dei perchè. Comincio da Pozzato (la lingua batte dove....) Guardatevi queste immagini riprese sulla salita della Mànie. Immagini che testimoniano un errore grossolano di una della squadre più attese, la Katusha di Pippo. Errore di squadra ma, soprattutto, errore di un capitano che non ha saputo giocarsi al meglio le sue carte.

Voze, salita della Mànie (Foto Alefederico). Ignatiev attacca nel tratto più duro delle Mànie. Sarà poi ripreso ed, a sua volta, staccato. A cosa è servito il suo attacco?
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Voze, transita il gruppo a 1'50" (foto Alefederico). I Katusha sono schierati in testa a beneficio di Pozzato (si nota in terza fila). Tuttavia il ritmo è blando ed il gruppo viaggia soffrendio ma compatto.
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Dal gruppo si stacca Mc Ewen (foto Alefederico). E con lui si ferma anche Klimov per aiutarlo. Aiutarlo a far cosa visto che la sua corsa è compromessa? Come possono sperare, a questo punto, che il velocista tenga su Cipressa e Poggio?
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Ecco l’attimo chiave della Milano Sanremo 2009. Salita delle Mànie, passaggio nel paesino di Voze. Ignatiev, in fuga dal mattino, attacca solitario. Che senso ha questa azione? Chi l’ha orchestrata? Dietro di lui, due minuti più a valle la sua squadra, la Katusha, è in testa al gruppo e scandisce il passo. Non si stacca praticamente nessuno. Uno dei pochi a staccarsi è Mc Ewen (sempre della Katusha) che viene atteso da un compagno di squadra, Klimov. Mi dite che senso ha tutto questo? Abbiamo una squadra, la Katusha, con otto corridori. Uno è impegnato sino allo spasimo davanti tanto che, pochi chilometri più avanti, verrà addirittura a sua volta staccato dai compagni di fuga e riassorbito dal gruppo. Cinque fanno il passo in testa al gruppo. Il velocista si stacca su quel passo ed un altro lo attende. Chi doveva fare cosa? Ottimo Ignatev nella fuga del mattino. Ma perché attaccare sulle Mànie a novanta dal traguardo? Aveva già speso molto e la distanza era moltissima. A chi sarebbe dovuto giovare quell’azione? Sarebbe semmai dovuto rimanere con gli altri fuggitivi ed attendere gli eventi. Eventi che, tuttavia, non giungevano. I compagni in gruppo imprimevano un ritmo sostenuto ma sostenibile. Nessun velocista si staccava. Nessuno eccetto il loro velocista, Mc Ewen. Se Mc Ewen si stacca a novanta dal traguardo mentre il gruppo cazzeggia, figuriamoci cosa accade sulla Cipressa. Perché fermare un compagno di squadra per aspettarlo? Sarebbe, a quel punto, servito un attacco deciso. La Katusha poteva contare su Botcharov che è un buono scalatore. E poi, perché non hanno convocato Colom che nelle corse d’apertura è andato come una moto? Avevano già Ignatev davanti, si rientrava su di lui e lo si metteva (li si, perbacco!) alla frusta. Cosa è davvero accaduto? Pozzato all’arrivo ha dichiarato (la stessa dichiarazione appare sul sito Katusha) d’aver subito capito che i compagni non tiravano sufficientemente forte. Ma non dovrebbe essere il capitano a dettare il ritmo? Che razza di corsa hanno imposto i Katusha. Inutile girarci attorno, la Sanremo si è giocata su questo disastro tattico.






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