venerdì 9 aprile 2010

"Vent'uno in testa" - Storia di una Roubaix

“Vingt-un en tete” – l’anziano mi guarda sorridendo dall’alto dell’argine ed io so di avere un aria interrogativa, forse spaesata – “Vingt-un en tete!” – insiste ed ora sono sicuro che ce l’ha proprio con me. Non mastico il Francese, specialmente a tradimento, ma capisco che ciò che ha detto ha a che fare con la testa. “En tete?” – provo a ripetere, a cercare di capire cosa quel vecchio voglia dirmi, anche se sospetto si stia riferendo alla mia di testa, che è terribilmente spettinata. Quando i miei capelli superano una certa misura, diciamo, critica, non li tiene più nessuno; specialmente dopo un viaggio di due giorni ed una notte su un cuscino Francese. “En tete, en tete, vingt-un” – è chiaro che ce l’ha con i miei capelli ed ancor più chiaro che questo mio insistere ha attirato l’attenzione degli altri che ora mi guardano con curiosità.
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