giovedì 6 maggio 2010

Un mondo che viaggia su ruote sottili


Un altro Giro d’Italia che comincia è un altro segno del tempo che passa. La primavera, quest’anno tanto attesa, adesso esploderà con paesaggi spettacolari sulle strade e sulle colline attraversate dalla corsa. Sulle montagne decisive ci sarà la neve. Il popolo del Giro invaderà le strade per salutare la corsa e la maglia rosa. Chiunque sia il corridore che la indossa. La meraviglia del Giro d’Italia è la condivisione con il grande pubblico. Perché se le Classiche sono un evento per i pochi eletti del ciclismo, un appuntamento quasi esoterico, il Giro è di tutti. Per un solo giorno, una sola ora, forse un attimo. Ti passa sotto casa, per le vie della tua città. Rivoluziona la giornata, nella stagione delle prime uscite in campagna e riempie i primi pomeriggi lunghi della stagione buona. Chi è in fuga? La maglia rosa insegue? Chi esce di classifica? Di giorno in giorno accade sempre qualcosa di nuovo e già si pensa alla tappa successiva. Il Giro è la storia di duecento uomini, con i loro pensieri, con i loro umori, le loro cadute, i loro attacchi e le loro magagne. E’ un mondo che viaggia su gomme sottili ad oltre quaranta all’ora e che non si ferma mai. Perché dopo l’arrivo ci sono i trasferimenti, i massaggi, le interviste e la cena. E prima della partenza c’è la colazione, le interviste, i massaggi, il trasferimento ed il foglio firma. La parte più facile è proprio la corsa. Il Giro è per molti l’unica occasione per dare un futuro alla propria carriera. Per rendere reali i contorni di un disegno e di una vita sino ad ora solo sognata. C’è una lunga lista di giovani corridori che abbandonano senza aver mai lasciato il segno. Un numero impressionante di talenti inespressi e gettati al vento. Per loro è il momento di osare. Di attaccare da lontano. Di non seguire le regole del gruppo. Di far saltare il banco da subito; perché più si andrà avanti e più verranno fuori i campioni. Nel 1988 Podenzana se ne andò senza permesso e raccolse la maglia rosa, che poi indossò per nove giorni. Podenzana non era un campione, ma diventò un gregario tra i più stimati. Fu uno degli alfieri di Marco Pantani. Il Giro che comincia è la vostra occasione. Fate una cosa da pazzi. Vi amerò con tutto il cuore!

Nessun commento: