sabato 10 luglio 2010

Finisce la grande pianura; ci siamo

Splendida immagine del Tour - Jasper Juinen/Getty Images
.
Ecco che dai campi assolati le ombre dei primi monti si intravedono nell'afa. Nel primo pomeriggio d'un sabato di Luglio la strada ode per prima l'acqua di un ruscello che viaggia al centro di un letto arido e bianco. E' acqua che si perde nel suo percorso e non arriverà mai al mare. E' acqua che sopravvive sin dalle valli verdi che l'anno vista scorrere. Quelle valli sono dietro le ombre dei primi colli aridi. Oggi il Tour si arrampica e vedrà le cime delle Alpi. Una classifica lunga e già ben delineata ci dice che non sarà per nulla facile, per i vecchi, scavalcare ancora una volta i giovani. Andy è saldo la avanti, ben protetto dal busto giallo di Cancellara. Contador è un falco in agguato; gli basterà un pur piccolo segnale per lanciare il suo attacco. Una goccia in più di sudore, un respiro affannato, uno sguardo perso dell'avversario. Armstrong probabilmente soffrirà. E soffrirà molto anche Basso. Poi, tra le curve assolate delle prime salite alpine, sarà il momento dei corridori perduti. Di quella lunga coda di sofferenza verso il traguardo. Sguardi supplicanti e sudore a perdere. E' il Tour crudele che ama la gente.

Nessun commento: