domenica 17 ottobre 2010

Nel diluvio delle Foglie Morte

Appena una settimana fa, alla partenza del Giro dell'Emilia parlavamo di vacanze e mi diceva che, in questo periodo, le occasioni migliori si trovano con i last minute. Si parlava di posti caldi e di spiagge assolate. Diego Caccia ha trovato la sua occasione last minute al Giro di Lombardia, con una fuga epica. Strade strette, discese bagnate e pericolose, scivolate e tanto tanto freddo. Alla fine non ha vinto perchè, in fondo, vincere non è il suo mestiere. Lui, casomai, è per il lavoro "sporco", quello umile ma concreto di chi sa mettersi a disposizione per un altro. Lui il traguardo non lo ha neppure raggiunto. Ovvero, lo ha raggiunto per altre strade, diverse da quelle della corsa. Certamente lui è stato uno dei grandi protagonisti del Giro di Lombardia 2010. La corsa delle cadute, delle discese scivolose e fredde, quella dell'acqua a catinelle fino alla fine, quella del buio sul traguardo del primo, e figurarsi per gli altri. E' Domenica sera e l'autunno si presenta con le raffiche di una prima bora stagionale. La stanza è illuminata di una luce calda mentre sul vetro, di tanto in tanto, rintocca il suono di una foglia portata dal vento. Il grande ciclismo ha chiuso ieri, ed ora innanzi sarà solo la fantasia a portarci in giro. Per non farsi prendere dalla nostalgia bisogna subito parlare di ciclismo vero, quello degli eroi. Sono al telefono con Caccia che mi parla della sua corsa, di un attacco nato per puro caso che lo ha portato molto lontano, quasi sino in fondo. Ancora un sibilo di vento da fuori mi distrae. Vai avanti Diego, portaci laggiù, nel diluvio delle Foglie Morte.
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Questo racconto verrà pubblicato prossimamente tra gli speciali

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