sabato 23 ottobre 2010

Le stradine del Giro d'Italia

Non è lo Zoncolan, ne il Finestre e neppure la Marmolada il cuore del Giro d'Italia 2011. Sono le ritrovate stradine della penisola, quelle sperdute nelle campagne del centro e quelle tortuose dell'Etna, il "nostro Ventoux" - come ha magistralmente spiegato Zomegnan. La durezza di un Giro non la si deve misurare dalle tappe di montagna: sarebbe un errore. La si misura dal disegno complessivo, dall'attenzione che gli organizzatori hanno curato i dettagli. Come la scelta di inserire strappi prima degli arrivi in tappe interlocutorie. Oppure la scelta di tornare sullo sterrato. O quella di inserire trabocchetti (guargdate bene le tappe di Rapallo e Castelfidardo). Il Giro ci insegna che a vincere è infine un uomo di fondo. Solo chi riuscirà a superare al meglio le piccole e le grandi difficoltà che ogni singola tappa propone, potrà vestire l'ultima maglia rosa. Ma il Giro 2011 sarà soprattutto il Giro dei grandi attacchi da lontano. Il disegno delle tappe consente infatti una chance ai grandi cacciatori di tappa. Sono gli attacchi coraggiosi che tengono viva l'attenzione della gente sulla strada, che consentono alla corsa di essere viva anche quando quelli di classifica si concedono un po' di respiro. Sono le stradine del Giro il grande regalo che il disegno del percorso ci concede. Le stradine della provincia, quelle della gente che va in bici la domenica, quelle del bivio dove cambia il vento ed il gruppo si frantuma. Mi sembra già di esser lì. Metà Maggio, un prato solitario, ed uno dei primi caldi che già mi riga la fronte. Un panino al prosciutto e un odore di acacie che quasi disturba. Il silenzio della strada deserta ed un soffio di vento. Poi un turbinio di motociclette, di altoparlanti e di auto rosse che sfrecciano veloci. L'elicottero che volteggia e crea mulinelli d'aria che sconvolgono il prato. La gente sbuca da ogni dove e corre a rotta di collo verso la strada. Un cane abbaia da un cortile: è rimasto solo e non gli va giù. Ancora moto, ancora auto e pare che tutto debba ancora tardare; ma la gente ormai freme e guarda in una sola direzione. Ancora moto della polizia, ma un po' più veloci di prima. Poi qualcuno grida "Eccoli". Ma a ben guardare non si vede ancora nessuno. Qualcuno alza lo sguardo verso l'elicottero, altri salutano, altri ancora si agitano. Mentre un ritardatario spunta e chiede se siano già passati. Mi sembra già di esser lì, a guardare quella scena ed a fissarla perchè poi non scappi più. Il cane urla sempre più forte ed il rumore delle pale dell'elicottero confonde ancor più il momento. Ognuno è ora solo con se stesso mentre fissa la strada. Tra poco passa il Giro.

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