sabato 6 novembre 2010

Ecco pechè ne vale ancora la pena

Ore sulla strada, magari dopo un lungo viaggio cominciato all'alba. Qualche rinuncia, un bel po' di quattrini per spostarsi, e poi la lunga attesa. Un attimo e la corsa finisce. Una passione sfrenata che ti spinge a pensare alla corsa successiva e, magari, qualche dubbio di essere proprio tutto normale. Non ditemi che a voi non è mai capitato. Seguire il ciclismo è una follia. Della corsa non vedi nulla, e spesso non riconosci neppure un atleta. Non vi è una ragione precisa che ti spinge a partire, se non quella terribile senzazione che senti da giorni: sai che non puoi mancare. Sai che vederla in TV ti farà male. Meglio non vederla proprio. E' quell'odore di canfora tra le ammiraglie alla partenza, oppure quel sibilo di ruote che ti sfrecciano affianco, o l'affanno degli ultimi sulle grandi salite. E' quell'ora passata ad attendere la corsa, senza un automobile che passi sulla strada, o quella lunga attesa degli ultimi istanti. Quelle ore rimarranno per te le più dolci e le più spensierate. Le hai rubate a qualcosa, od a qualcuno, e le hai dedicate a te stesso. Sarà la Sanremo oppure il Giro d'Italia. Sarà una tappa di montagna oppure una semplice tappa di trasferimento: non importa! Una volta pensavo che ne valesse la pena solo in determinati appuntamenti. Oggi ho compreso che ogni corsa è speciale, quando si tratta di Grande Ciclismo. Il Grande Ciclismo è immortale sin dal primo chilometro. Basta assistere ad un solo passaggio, affinchè tu possa entrare nella magia dell'evento. Ne sarai parte e protagonista anche solo dopo il primo sguardo. Sarà forse una strada bianca della Toscana, una scogliera della Riviera a Marzo, oppure una delle rampe del San Luca, od ancora un viottolo acciotolato e sconcio della Francia del Nord. Quando sarai arrivato laggiù, allora non chiederti più se ne sia valsa la pena. Guardati intorno e respira l'aria intrisa di Ciclismo. Se ti senti a casa, sei già dei nostri.

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