Domani si corre a Bologna il Giro dell'Emilia. Una corsa di grandissima tradizione e seconda a nessun altra in quanto a fascino ed ambientazione. E' una delle ultime perle della stagione. Uno degli ultimi traguardi che contano. L'albo d'oro è straordinario, in particolare quello recente. E' una corsa che, in modo gentile, si insinua tra le campagne Emiliane e lambisce piccoli paesi già immersi nel clima autunnale. Il piatto forte viene lasciato al gran finale, quando i corridori si arrampicano per ben cinque volte sul San Luca. Una stradina alla periferia nord di Bologna che giunge sino ad un Santuario, imponente, che sovrasta e protegge la città. Il lungo colonnato votivo accompagna per due interminabili chilometri le sofferenze dei corridori ed è impressionte il rimbombare delle urla dei tifosi sutto quegli archi. Quasi un onda salisse verso la cima inseguendo quei poveri dannati col naso all'insù. Corridori disfatti alla ricerca di un segno, di un conforto. Alla ricerca di un cartello che indichi la fine di quelle pendenze. Sul San Luca emerge il corridore più forte; soprattutto emerge il cilismo, quello più vero. E' una corsa per veri buongustai che bisognerebbe godersi dal vivo. A chi proprio non potrà esserci, suggerisco di tornare su queste pagine per godersi il racconto, e le immagini, di una giornata sicuramente straordinaria.
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