Cancellara entra oggi in una dimensione ancor più grande. Non è il secondo posto di Roubaix che ne eleva il rango, o che lo ridimensiona. Cancellara è stato il vero ed unico motore di una corsa bellissima ma confusa. Ancora una volta abbiamo avuto l'evidenza di quanto in pochi siano davvero campioni. Giusto così, il campione è una figura eccezionale. Finalmente la Garmin ha vinto una Classica, peccato che l'abbia vinta con Van Summeren, anzichè con l'iridato Hushovd. Nulla contro il Belga, specialista del pavè, che ha avuto abbastanza coraggio di partire da lontano. Lontanissimo; ben prima della Foresta.
Ciò che fa bollire il sangue è quell'episodio ai trenta dall'arrivo che ha coinvolto Hushovd e Ballan. I tre erano riusciti a mollare gli ormeggi, si erano distinti dalla mediocrità di un gruppo inseguitore che aveva poche idee. Davanti vi erano i coraggiosi, tra cui Van Summeren, compagno di Hushovd e Quinziato, compagno di Balla. Un bel vantaggio per i due inseguitori, qualora avessero raggiunto i fuggitivi. Peccato che entrambi si siano incollati alla ruota dello Svizzero senza concedergli lo straccio di un cambio. Perchè?
Semplicemente perchè entrambi erano letteralmente terrorizzati da Cancellara. Possibile? Purtroppo è proprio così. Inutile appellarsi a demoniaci giochi di squadra, non c'era alcun vantaggio ad essere riassorbiti dal gruppo, se non quello di evitare lo scontro con Spartacus. Scontro che, per altro, avrebbero perduto, come dimostra l'effetto che ha avuto il suo scatto mostruoso sullo strappo di Hem, a soli tre chilometri dall'arrivo.
Qualcuno eccepirà che i conti sono stati fatti bene, che infine chi vince (la Garmin) ha sempre ragione. Peccato che abbia perso il ciclismo. Peccato che abbia perso tutta quella folla di gente che assediava il pavè da ore od era incollata alla televisione. Peccato che abbia perso la fantasia, che non vi sia stato lo scontro, che il corpo a corpo ci sia stato negato. Come si sentirà Hushovd stasera? Ballan non sembrava così entusiasta nelle interviste del dopo gara. L'unico vero grande campione è ancora questo Svizzero. Concreto, efficace. Cattivo. L'unico con la vera cattiveria, quella indomabile, che va oltre ogni logica, che va oltre ogni calcolo. Quel suo folle scatto all'inseguimento di un'opportunità ormai fuggita via è il regalo del Signore di questa primavera. Mentre i Signori Nessuno del gruppo potranno adesso alzare il calice tronfi e felici di aver raggiunto il loro risultato. Far perdere Cancellara.
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