lunedì 25 aprile 2011

La Primavera di Philippe

Philippe Gilbert ha cominciato a vincere la Liegi il giorno del suo secondo Giro di Lombardia quando ha capito che stava entrando in una dimensione a lui prima sconosciuta. Il ciclismo d'oggi lascia poco tempo ai suoi protagonisti, la concorrenza è tale che diviene difficile rimanere ai vertici per lunghi periodi. Il ciclismo è come la società che lo accompagna: rapido e distratto. Gilbert ha capito, lo scorso autunno, che stava conoscendo una di quelle stagioni uniche per un corridore. Il top della carriera. Accadde a Bettini tra il 2003 ed il 2006. Accadde a Bartoli qualche anno prima. I grandi corridori da Classiche si susseguono tra corsi e ricorsi, appuntamenti decisivi ed avversari ostici. Gilbert combatte contro gente tosta: Cancellara su tutti. Ma più ancora di Cancellara ha saputo completare la sua trasformazione e vincere questa corsa monumentale, la Liegi, che deve far parte del palmares di un grande delle Classiche. Gilbert oggi va oltre Cancellara perchè più eclettico, più completo. Può lottare ad armi pari a Sanremo (ma ci deve ancora arrivare), così come a Liegi, al Lombardia, o perfino alla Roubaix. Tra la sua ruota ed la gloria del traguardo a lui più caro, ieri, si sono infilati i fratelli Schleck, che corrono nella stessa squadra di Cancellara, la Leopard. Ci ha ricordato molto il finale d'una Liegi di Bartoli, quando la tenaglia ONCE formata da Jalabert e Zuelle, non impensirì il toscano. Così ieri, la Liegi è la corsa dei più forti e Gilbert avrebbe vinto anche se fossero stati in quattro i Leopard. E' una questione di gambe, in quanto tra le cote di Saint Nicolas e di Ans non vi è alcun spazio per il recupero e per tentare un attacco. Chi critica oggi gli Schleck non si rende bene conto di come siano andate le cose. Lo scatto poderoso negli ultimi metri di Saint Nicolas ha praticamente tagliato fuori Andy, che ha speso tutto per rientrare. Frank era attaccato cn lo sputo e si è fatto scudo del rientro del fratello per non soccombere anzitempo. Cosa dovevano tentare?

Nibali tenta di salvare in zona Cesarini la corsa degli Italiani con un impossibile rientro negli ultimi quattro chilometri: nulla da fare, di otto arriva ottavo. Sempre meglio del tanto decantato Cunego che di queste corse aveva fatto il suo obbiettivo. Chiudiamo una primavera terribile senza lo straccio di un podio nelle quattro grandi Classiche sin quì disputate. Bisogna tornare ai bui fine anni ottanta per risultati tanto deludenti. Le parole di Gasparotto, in fuga senza gloria, sono un pesante macigno su tutto il movimento: "Le squadre anglosassoni sono delle vere e proprie corrazzate contro le quali non siamo preparati a competere; in alcun modo."

Si chiude la Primavera del ciclismo. Si chiude con gli occhi ancora pieni delle grandi azioni di Gilbert e Cancellara. Degli attacchi di Van Avermaet e di tutti quelli che hanno voluto (e potuto) dare una pedalata in più che potesse distinguerli. E che potesse farci gioire e riempire gli occhi di uno sport unico. Già davanti a noi il Giro d'Italia prepara il suo viaggio. Decine di storie si incroceranno sulle nostre strade per onorare la favola della maglia rosa. là in fondo, ad un calendario folle e senza ordine, Gilbert ammira la maglia iridata ed il suo Lombardia. Ha ancora fame...

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