Come alla Sanremo anche il Fiandre consegna un vincitore di secondo piano. Nick Nuyens è uno specialista di queste corse, un ottimo pedalatore del pavè, ma nulla di più. Eppure ha vinto il più bel Giro delle Fiandre degli ultimi anni. Una corsa tiratissima e battagliata sin dai primi muri. Una corsa, al solito, ad eliminazione, tra brutte cadute ed imbottigliamenti vari. Tra corridori boccheggianti e muscoli che si facevano duri da un chilometro all'altro. Cancellara ha giocato la carta della carriera partendo come un missile sul Leberg, lontanissimo dall'arrivo. Dietro, dopo essersela fatta sotto, hanno cominciato a ragionare, ad organizzarsi (Cervelo esclusa, e poi vediamo il perchè), e ne hanno scoperto il bluff proprio sul Muur, dove lo scorso anno aveva umiliato Boonen. Peccato che il Belga non fosse assolutamente pronto per giocarsi le carte della vendetta. In casa Quick Step avrebbero fatto bene puntare tutto su Chavanel. Ed anche di questo dobbiamo parlare. La nostra bandiera è stata portata sino in fondo da Ballan che conferma l'ottimo inizio di stagione. Era uno dei più brillanti sebbene fosse evidente che il finale veloce non lo avrebbe premiato. Ci ha provato ai sei dall'arrivo e tanto basta. Ha fatto quello che doveva fare. Parliamo dei Cervelo. Lo squadrone totale continua a deludere le attese. Non si sono quasi mai visti, eppure scommetterei che Hushovd avesse gambe buone, visto che sul Koppenberg transitava tra i primissimi. Ma avete sentito l'ordine di Vaughters dall'ammiraglia? Ai 25 dal traguardo con Cancellara ad un minuto e la gara ancora aperta, cito a memoria - "Non tirate più un metro, giochiamoci tutto sulla volata, fosse anche per il terzo posto." - Secondo voi che effetto può avere questo messaggio su corridori che si stanno giocando una corsa cattiva e massacrante come il Fiandre? Era meglio un concentrato di camomilla. Ed infatti, di li in avanti, non li ha più visti nessuno. Passiamo ai Quick Step. Mi chiedo se non avesse senso dare un paio di cambi a Cancellara prima del muro. Chavanel si è dimostrato un grandissimo corridore ed avrebbe davvero potuto vincere. Capisco che in quel momento Cancellara sembrasse un semidio metà uomo, metà moto, ma giocarsela da coniglio a favore di fantasma-Boonen non era davvero il caso. In fondo Boonen era stato staccato in discesa(!) e non era il caso di insistere. Ultima nota di una corsa avvincente. Sul rettilineo di Meerbeke si consuma l'ultimo atto di una sfida durata un anno. Un piccolo ma grande segnale che questo sport è ancora vivo. Cancellara vede Boonen rientrare da dietro, lo sente sbuffare, ne sente praticamente l'odore. Quello dietro è disperato, cerca un aggancio impossibile con i metri che corrono veloci e la distanza dal traguardo che diminuisce troppo velocemente. Eppure Cancellara ne teme il rientro. Ne teme la vendetta, beffarda, proprio all'ultimo metro. E si immola. Lancia una volata folle a più di trecento metri dalla linea d'arrivo. Un suicidio. Io non vinco, ma tu (Boonen) neppure. La dice lunga sulla cattiveria agonistica di questa gente. Era ciò che stavamo cercando.
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