Prima di tornare al mare e rivedere il porto canale, questa sera ho onorato un
appuntamento con me stesso. Perché ai figli dovrò pur raccontare qualcosa che
sia diverso dall’acqua. E cosa, meglio del grano, d’un vento dolce che porta il
caldo della stagione nuova ed d’una strada che non sai dove va a finire. Potrò
raccontare loro che un giorno dovranno magari fare a meno di me, ma che
potranno certamente ritrovarmi nel respiro a pieni polmoni sull’asfalto
rovinato d’un viottolo di campagna, uno qualunque, perché papà procede senza
alcun criterio, perché ad ogni bivio di questa campagna, ad ogni fienile, ad
ogni rovere, trova una valida ragione per spingere ancora, guardare le ombre che
s’allungano, stringere il manubrio e tardare ancora un poco a prendere la via
che porta al mare.
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