Michal Kwiatkoski - Giro di Lombardia 2015 |
Muro di Sormano, ormai due anni fa; la strada che dopo il paese si
stringe e diventa un budello, punta all’insù e sembra non finire mai,
interrotta soltanto da tre tornanti micidiali. Ero arrivato lì un po’ di
fretta, quasi di corsa, dopo aver visto un passaggio lungo il lago. Il Giro di
Lombardia era cominciato sotto la pioggia battente a Bergamo ma poco dopo l’ora
di pranzo il sole aveva fatto breccia tra le nubi e ora l’aria era tersa e
luminosa. Angelo era già li, pronto a scattare sul secondo tornante e poi
correre dietro a ciascun corridore (come fa?) per cogliere l’attimo giusto. I
segnali dell’autunno ci circondano; dai colori del bosco, alle foglie fradice cadute
sull’asfalto, ai fumi bianchi che sbuffano dai comignoli delle ultime case di
Sormano, poco sotto di noi. La corsa arriva puntuale e la fuga è trainata da nomi
importanti: il Polacco Kwiatkowski, l’Olandese Gesink ed il Belga Wellens.
Kwiat guadagna una manciata di metri sui compagni di fuga, molto potente, senza
alzarsi sui pedali e con le mani al centro del manubrio, “alla Rondon”. E’ il
corridore del Mondiale in Spagna ma non ancora quello della Sanremo, quindi alla
ricerca di uno status definitivo di campione del ciclismo. Quello non era il
suo giorno, ma sul Sormano aveva ormai lasciato per sempre il suo ricordo. E
quest’anno potrebbe rinnovarlo puntando deciso sino a Como, per un impresa che
coronerebbe il suo anno magico.
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