Il Tour, il Tour de France. Il Tour de France en Italie. Come mai era successo prima nella storia. O meglio, la partenza del Tour de France en Italie, come mai era successo prima nella storia. Così è più corretto.
Era giugno, ma poi è stato subito anche luglio. E a me sembra già siano passati anni. Perché il mondo cambia, cambiamo noi e tutto scorre senza che il tempo ci faccia capire sotto quale diavolo di tappeto stia nascosto il pulsante stop. Che serve come il pane. Serve come quella borraccia fresca sotto il sole che picchia, serve come quella ruota amica contro il vento possente.
Avevo visto un solo Tour, nel 2001. Figuratevi quanto tutto scorre. Stavamo ancora in piedi sulla sedia a guardare la primavera fiorire fuori dalla finestra. E fioriva. Spedita e profumata. Verde, rigogliosa, piena di speranze e volti nuovi, amori da togliere il fiato e sogni suonati a quattro mani. Quel giorno, sull'Alpe d'Huez, sfrecciavano nomi mitici. Forse anche troppo veloci. Colori sgargianti, c'erano ancora gli anni novanta nell'armadio. Gli olandesi avevano colonizzato la curva del cimitero e la Maglia Gialla era Stuart o'Grady. Australiano, contorto sulla sua bici e disperato nel provare a difenderla, quella maglia. Da solo.
Questa foto, invece, quella di oggi, l'ho fatta a Pontecurone, uno dei "nostri" luoghi. Non potevamo che stare lì, in quel giugno che era da poco luglio. Ed era tutto giallo: finestre, portoni, vetrine, pensieri e parole. Il piccolo museo dedicato alla Pontecurone partigiana.
Perché se sei un posto speciale, non lo sei per caso. Hai macinato, dentro, chilometri e chilometri.
Il negozio di dolci, i cappellini della carovana, don Loris alto come un passista devastante. La signora (di cui ora mi sfugge il nome, che ho appuntato da qualche parte) commovente nel raccontare di suo marito e della passione per le corse di bici. E la focaccia! Come poteva mancare la focaccia? E il vigile urbano! E decine di altri volti e di altri occhi. Incrociati, sfiorati, accarezzati, in questo luglio che si è confuso con marzo.
In questo Tour che si è confuso con la Sanremo. Ma la strada, che è sempre maestra, riunisce tutto e tutti sotto le stesse braccia materne.
Io ai mesi dò un colore, da sempre.
E luglio per me è sempre stato giallo.
1 commento:
👍👍👍
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