Non ho mai capito perchè la chiamano "la valle dei templi" visto che i magnifigi monumenti degli Dei si trovano in vetta ad una montagna. Ne parlavo qualche tempo fa con Siciliani di Mazzara del Vallo che si chiedevano la medesima cosa. Ad ogni modo, davanti a cotanta vista ai piedi della "montagna dei templi", il gruppo ha smesso di passeggiare e si sono messi a fare sul serio. Il Giro ha il suo copione ed è difficile che cambi; sino alle montagne (si parla delle Dolomiti questa volta), è difficile che il gruppo faccia sul serio sin dai primi chilometri. Pertanto andatura blanda sino in valle (dove di templi neanche l'ombra) con Magnus Backsted vestito da Dio Svedese (è il campione Nazionale in carica) a fare l'andatura per celare le magagne di una squadra che non era assolutamente in grado di gestire la maglia rosa. Poi la sveglia, si diceva, ed il frazionamento del gruppo in due, poi in tre ed infine polverizzato in decine di gruppetti. Ci prova il semi-Dio Spagnolo (Rodriguez, che veste i colori Nazionali) mentre il Dio ufficiale (Contador, pur vestito da mortale) digrigna i denti quasi le sue gambe bruciassero all'inferno. Chi si aspettava Bettini rimane deluso, Simoni prende la solita sventola come gli accade ormai da diversi anni ad inizio Giro, Soler acciaccato da una caduta scricchiola, mentre rispondono alla grande Di Luca, Savoldelli (che coppia!), Riccò e Kloden. Riccò si toglie lo sfizio di vincere con una splendida volata davanti a Di Luca (che fermo non è) mentre Pellizzotti strappa la maglia di un solo secondo all'Americano Vandevelde che ne aveva appena assaporato il piacere. Non è detto che già domani la rosa torni a balzare su altre spalle. La danza è appena cominciata.
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