Prima di tutto ci dovranno spiegare perchè Joachim Rodriguez non è il capitano designato della loro formazione. E' il secondo anno che arriva davanti a giocarsi un Mondiale, mentre i "veri" capitani rimangono nelle retrovie senza cavare un ragno dal buco. Affari loro. Affari anche di Rodriguez che dimostra di saper pedalare molto forte. E' ormai maturo per ottenere una bella vittoria.
Adesso però mi concentro sulla tattica della Spagna;... ma, perchè?... c'era una tattica? Domenica si è rivisto il film di Varese 2008. Una squadra senza idee, senza cuore, degna del miglior Valverde che, a dirla tutta, mi piace sempre meno. Il suo è un ciclismo cinico, al limite dell'autolesionismo. Le squadre leader devono imporsi, devono far sentire la loro voce ben prima dell'ultimo giro. Eppure, mentre Belgio, Italia, Svizzera, Russia ed Australia se le davano di santa ragione, la Spagna azzeccava i suoi garbugli in mezzo al gruppo. La miglior Spagna che io ricordi, fu quella del 2004, a Verona. Allora gli Iberici corsero alla grande. Decisero loro di afflosciare la corsa ben oltre metà percorso e, sempre loro, si misero in cattedra negli ultimi tre giri imponendo ritmo e legge. Ma allora comandava Freire, un grande corridore.
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Joachim Rodriguez è stato lo Spagnolo più meitevole. (Foto Alefederico)
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Oggi la Spagna pare invece succube di Valverde. Anche Samuel Sanchez non è altro che un comprimario, sebbene Valverde sia stato il meno brillante degli uomini in vista. Peccato. A me piacciono le sfide al vertice. Le sfide ci sono state, ma è mancata clamorosamente la squadra più attesa. Il fatto che potessero contare su tre uomini sino ai sette dalla fine, la dice lunga su come si siano fatti giocare dagli altri nel finale. Quando la sfida richiama il corpo a corpo, sono i Grandi a rispondere. Ecco perchè, domenica, il Grande di Spagna è stato Rodriguez. Una considerazione fuori dalle righe, fosse successo all'Italia, avremmo torturato Ballerini per tutto l'inverno.
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