mercoledì 30 settembre 2009

Qui Italia – Raccogliamo i cocci con un anno di ritardo

E non poteva essere altrimenti. I segnali erano chiari già lo scorso anno e li avevo chiaramente anticipati. La sconfitta è giunta quest’anno, con dodici mesi di ritardo. Dodici mesi nei quali non abbiamo vinto nulla. Dal Lombardia di Cunego in avanti tutte le grandi corse sono andate agli altri, eccezion fatta per la Freccia di Rebellin, che tuttavia è una mezza classica. Quel che mi stupisce di più, in queste ore, è la “sportività” con cui tifosi e commentatori hanno preso la batosta di Mendrisio. Grandi pacche sulle spalle a tutti. Eh no; non mi sta bene. Finché si tutela Ballerini (al quale dovremmo erigere un monumento) è un conto. Ma davvero non me la sento di sorvolare su una serie di errori della Squadra. Partivamo per vincere. Abbiamo corso per vincere. Non abbiamo raccolto che un pallidissimo ottavo (!) posto. Dove abbiamo sbagliato?
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Bruseghin guida l'inseguimento dell'Italia (Foto Alefederico)
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La selezione - Gli uomini scelti da Ballerini erano indiscu- tibilmente in buona forma e garantivano il miglior gioco di squadra. I dubbi più grandi erano riservati a Ballan; ma come fai a tener fuori il Campione del Mondo uscente? Semmai mi è meno chiara la scelta di avere in Cunego il capitano unico. Sinché il giochino lo fai con Cipollini e Bettini, il discorso tiene. Con un atleta fragile come il Veronese significa cercarsi i guai.

La fuga del mattino – Il manuale dell’ottima Nazionale riporta al capitolo 1, rigo 1: “se parte una fuga devi coprirla almeno con due uomini”. Chissà quanto ne hanno parlato in riunione. Eppure nessuno – nessuno! – copre la fuga di primo mattino.

L’Italia si muove - … e non può far altro, proprio perché in fuga non è coperta. Quindi si sacrifica Bruseghin (è li per quello). Esaurito il Bruse partono Visconti e Scarponi in contropiede portandosene 27 dietro, con Ballan e Paolini. Di quattro, non ce ne uno che possa dare piene garanzie. Perché in fuga non c’è Basso? Perché non Pozzato? In quell’azione ci voleva uno di loro.

L’Italia sfianca il suo capitano – Praticamente ci auto eliminiamo. Pozzato e Basso a tutta birra induriscono Cunego che poi crolla sotto le martellate di Cancellara. Se Cunego non ne aveva, era meglio stare fermi e tenersi Pozzato e Basso per il giro finale. Qualcuno obbietterà che non ci sarebbe stata selezione, ma io dico che, vista la scoppola che ha preso Cunego, sarebbe stato meglio.

Il percorso – Tutti i percorsi Mondiali vengono considerati “micidiali” alla vigilia. Quello di Mendrisio era impegnativo ma non più duro di Varese. Che io ricordi, negli ultimi quindici anni, solo Duitama 1995 ha favorito la selezione da dietro. A Mendrisio ha vinto uno scalatore, ma non dimentichiamoci che un corridore da classiche veloci come Kolobnev è giunto secondo. I Mondiali sono così, favoriscono uomini forti ed in forma, meglio se veloci. Se ha vinto Evans, che è forte, in forma, ma non veloce; significa che anche Basso avrebbe potuto dire la sua. Ma Basso è stato sacrificato sull’altare di Cunego.


Alla Nazionale,in un modo o nell’altro è mancata una coperta sufficientemente lunga. E la coperta, nel ciclismo, te la da solo il tuo parco atleti ed, in prospettiva, il tuo vivaio. Temo ci sarà da soffrire.

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