domenica 30 maggio 2010

Come ai bei tempi già si pensa al Tour

Come ai tempi di Bugno e Chiappucci. Come ai tempi di Indurain. Di Pantani. E di pochi altri, nell'ultimo ventennio. Gioisco per la vittoria di Basso perchè è uno dei pochi, nel giorno rosa del trionfo, a parlare di maglia gialla. Anche questo nobilita il Giro ed il ciclismo. Sembra passato tanto tempo dal prologo di Amsterdam, ed ammetto che non ero molto ottimista sull'esito di questa edizione. Devo ricredermi perchè il Giro appena concluso è stato veramente appassionante. Visto che oggi è il giorno delle somme, credo sia importante rilevare come in questa edizione i corridori abbiano tirato il fiato in determitati giorni. Vediamo quali, perchè penso sia importante. Terminillo e Gavia. Sono state due giornate fiacche, sebbene nella tappa del Gavia Sastre e Vinokurov abbiano effettivamente provato da lontano (ma con quale obbiettivo?). Adesso facciamo una riflessione: il Terminillo seguiva la tremenda tappa di Montalcino mentre il Gavia seguiva il Mortirolo. Vero è che dopo il Grappa sullo Zoncolan s'è scatenato l'inferno, tuttavia sia sul Terminillo che sul Gavia i corridori hanno tirato il fiato. Non ce la facevano più. Ritmi troppo sostenuti? meno "aiutini"? non saprei, ma credo sia un segnale da non sottovalutare, soprattutto da parte degli organizzatori. Inutile disegnare tappe terribili in sequenza se poi i corridori non riescono a sostenere gli sforzi. Una bella sfida per il futuro.

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