venerdì 28 maggio 2010

Nel giorno di Basso ho tifato Arroyo

E' stata una giornata memorabile. La discesa di Trivigno era una specie di incubo. Nera e stretta. Maledettamente pericolosa. Mazzo era l'ingresso degli inferi. Il Mortirolo era per metà infernale. Basso un orco cattivo con tanto di ghigno. Saltava Arroyo. Poi Sastre. Poi Vinokurov. Poi Evans. Tre Italiani davanti ed il Mondo dietro. Arroyo sembrava perduto. Poi il Mortirolo diventava paradiso ed Arroyo si riprendeva. Scattava. Saliva leggero.
Si tornava nell'incubo della discesa, ed in quella discesa accadeva la magia. Arroyo, il brutto anatroccolo, diventava airone rosa e cominciava a volare. Ridicolizzava Evans. Si beveva Sastre. Planava su Vinokurov e saltava anche lui. Arroyo mi faceva sobbalzare dal mio divano ed arrivava quasi a intuire le sagome dei tre davanti. Ma tutte le discese hanno una fine, ed anche la discesa magica di Arroyo terminava e così la sua storia rosa. Adesso della fuga de L'Aquila non rimane più nessuno. Uno ad uno sono stati tutti risucchiati nel nulla. Basso adesso veste meritatamente il suo rosa e domani dovrà portarlo sino in cima al Gavia che ritorna ad ingombrare le menti di chi ancora lo ricorda sotto la neve. Era il 5 Giugno 1988 ed era un altro ciclismo. Ma chissà che, ancora una volta, la realtà non superi la fantasia.

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