sabato 24 luglio 2010

Tour 2010 - Come Lemond e Fignon (al contrario)

Non rivivremo le stesse emozioni di undici anni or sono. Oggi si parte con otto secondi di distacco e si finirà con una differenza più pesante. Quella volta fu l'esatto contrario. D'altra parte questo Tour non merita un finale cattivo. Questo Tour è ormai figlio delle scellarate scelte dei suoi stessi proprietari. Scelte, che a ben vedere, hanno radici lontane. Forse, attechite proprio quel caldo pomeriggio di Luglio di ventuno anni fa.
Quando il Tour scelse di uscire dalla nicchia dove era stato protetto (e nascosto) con tanto amore da Descgrange e Goddet, la sfida diventò quella di renderlo un evento commercializzabile. Un qualcosa cui persino gli Americani potessero comprendere ed amare. Tale scelta non era sbagliata. Furono anni splendidi, in cui il Tour diventò il faro unico di un ciclismo, che nei grandi campioni di allora, teneva salde le sue radici. Inutile girarci attorno, Indurain fu un grandissimo leader, un uomo concreto. Un grande campione. Ma agli Americani serviva un Americano. Lemond fu un pioniere, giunse Armstrong. Fu anch'egli un grande leader, ed il giocattolo cominciò a funzionare. Quelli del Tour persero la testa. Combattuti tra la voglia di incassare, ed il desiderio di conservare, gettarono ai rovi tutto ciò che di serio si era costruito e bruciarono una generazione intera di campioni.
Crebbe così la generazione del nulla. Dei bambocci. Dei corridori che, mentre pedalano, pensano all'immagine. La generazione del "cinque" sul traguardo, annebbiata dai soldi che arrivano dagli sponsor anzichè dai premi di gara. La generazione degli auricolari e della fottuta paura di apparire cannibali.
Il Tour del 2010 avrebbe potuto passare alla storia come il Tour cattivo. Quel duello rusticano della Madeleine era ben più d'una promessa. L'isteria del Aix ci poteva in fondo stare. Lo sgarbo del Balès era il segnale della vera sfida. Il ginocchio tremolante della maglia gialla ridotta a piedi è l'immagine di uno sport crudele, ma vero.
Ma la sfida è stata tradita.
Chissà che oggi, a cronometro, in un esercizio che li vede separati, i due non tirino fuori tutti i loro sentimenti. Sogno di scorgere almeno uno sguardo d'odio.
Non cerco wrestling. Non cerco gesti plateali. Non cerco video piagnoni su youtube.
Fateci vedere che siete esseri umani.

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