Lo chiamano effetto Crostis ed è peggio di un sonnifero. Un sonnifero potentissimo e pericolosissimo per i prossimi sviluppi del Giro. Un percorso troppo tosto crea un alibi sin troppo facile al gruppo - "prendiamocela comoda" - devono aver pensato. Primo caldo, domenica, i tifosi in pic nic a bordo strada. Perchè non farsi una tranquilla pedalata in pianura Padana? Ci prova Lang a squotere gli animi ma dietro si cazzeggia e non c'è verso di svegliare la corsa. Solo gli ultimi esaltanti venti chilometri risvegliano il telespettatore dal torpore. Troppo poco per una corsa che apsettiamo da un anno. Troppo poco per un gruppo di corridori che si preparano da settimane per darsi battaglia vera sulle nostre strade. Questa è un occasione unica per moltissima gente; corridori che a fine anno rischiano di perdere il lavoro e che, difficilmente avranno un altra chance il prossimo anno. Oscurati dai giochi di squadra e da un gruppo imbrigliato nel tono d'una frequenza radio i giovani corridori del Giro rischiano di non decollare mai. Torneremo sull'argomento.
Intanto ci siamo dovuti accontentare di quei pochi chilometri di battaglia sino alla lunga splendida volata di Petacchi e Cav. E sul traguardo il missile dell'Isola di Man (come si dice, Mannaro?) da il meglio. Perde, si sbraccia e grida a destra ed a manca. Ottimo, un bel momento d'una sfida vera che ha forse risvegliato la corsa, o così almeno si spera. Vedremo già domani verso Rapallo se i corridori si saranno risvegliati dal torpore oppure se continueranno ad appellarsi all'effetto Crostis. Le salite verso Rapallo invitano i cacciatori di tappe all'attacco ed un gesto di coraggio potrebbe evitare un nuovo arrivo in volata. E se proprio volata dovrà essere, allora ci aggrapperemo alla rabbia cieca di Cav.
Foto RCS
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