Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate,
fredda, dei morti.
In un momento l'estate è volata via. Quest'anno non è neppure arrivato il solito temporale che garantiva la percezione di quel che stava avvenendo. Quest'anno il tempo è stato apparentemente clemente, mentre sulle alte vie del cielo si complottava per far fuori la buona stagione. Così domani nessuna sorpresa sulle rampe della Valcava o del Sormano, se verremo avvolti dal primo freddo pungente. Il Lombardia racchiude il suo fascino proprio in quell'aria che sa di evento oltre il tempo massimo, che sa di "tutti a casa". Il camino fumante d'una abitazione è qualcosa più d'una promessa. Quella luce tenue e fragile è qualcosa di più d'una senzazione. Va un po' al di là del ciclismo, è più il cocciuto pensiero d'un innamorato che neppure s'arrende all'evidenza. Già si cercano le parole per una nuova stagione senza voler pensare al fatto che tutto cambierà e che la coltre invernale addormenterà ancora quelle cime. Tutto diverrà ostile, ma troveremo la voglia e la forza di ricordare e di parlare di ciclismo. Saremo ancora ad un tavolo a spararla grossa su Pantani o su chiunque altro ci abbia acceso la fantasia. Saremo ancora quà, a pianificare una nuova avventura ed un'altra ancora. Non ci fermeremo mai, perchè i sogni sono fatti apposta per volare.
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