martedì 27 dicembre 2016

La giornata no

Thomas, Cavendish ed Hunt - Ricordo del Giro d'Italia 2012
Chissà se i corridori riconoscono la "giornata no" dalla  sveglia, dalla colazione, oppure dalla prima pedalata. Sicuramente ci mise davvero poco il buon Cavendish quando nella sesta tappa del Giro 2012, dopo soli 20 chilometri (e la tappa ne misurava 210),  la strada cominciò a salire. Lasciato il fondovalle a Fossobrone la corsa si cominciò ad arrampicare sulle colline Marchigiane: Fratte Rosa, Serra de’ Conti, Barbara, tutte stradine di campagna che hanno poco rispetto anche per i pedali più blasonati. Quel giorno non ne ebbero alcuno per l’iridato di Copenaghen, che dalle stelle di Fano (vincitore di tappa il giorno prima) cadde nella polvere di Cesolo (consigliatissimo – giusto per rendersi conto di quanto fosse fermo – il breve ma intenso video girato da Sig. Carpineti). Quel giorno il Britannico rischiò tempo massimo e disonore e fu salvato, si disse, dalla generosa scia della sua ammiraglia (seguirono diverse polemiche). Quella tappa aveva un disegno sadico e stupendo; fu ideata da Vincenzo Santoni, lo stesso che disegnò quella della Tirreno Adriatico 2013, perfida, con il muro di Costa dei Cocciari (leggete la recensione dell’amico Michele Mazzieri), quando qualcuno disse che quello non era ciclismo (ragazzi, p-e-d-a-l-a-r-e). Evidentemente a Santoni preme più l’attenzione del pubblico che le amicizie in gruppo. E noi la vediamo un po’ alla stessa maniera. La foto? Si, è di quella tappa, scattata sulla salita di Fratte Rosa, la prima di giornata, quando Mark entrò in crisi.
Giro d'Italia 2012, sesta tappa. Da Urbino a Porto Sant'Elpidio sulle colline Marchigiane

2 commenti:

Michele Mazzieri ha detto...

Anche Phinney che era caduto nei giorni precedente se la soffrì parecchio, ma Cavendish era messo davvero male. Sul Passo della Cappella transitò con più di 20' era ultimo, solo con un compagno e il terzultimo aveva scollinato già da un paio di minuti.
Mi ricordo che avevamo pensato di essercelo perso il campione del mondo "magari aveva la maglia rossa e non l'abbiamo notato" ci dicevamo. A dir la verità non avevamo visto neanche l'auto del fine corsa ma ormai la salita era piena di tifosi che tornavano verso i propri salotti e le proprie TV. Così siamo ripartiti anche io e il Presidente. Ci siamo fermati al GPM e dopo un po' abbiamo visto passare la maglia iridata. Aveva uno sguardo svuotato, ma non rassegnato.
Francamente in pochi pensavano che ce l'avrebbe fatta, con 80km davanti, a rientrare nel tempo massimo (ce la fecero per 40", ma in mistero è come sia riuscito rientrare nel gruppetto)

Alessandro Federico ha detto...

Esatto. Ti dico di piu; io quel giorno vidi anche il passaggio a Morrovalle e la scena fu quella da te descritta. Considerando che dopo si doveva affrontare sia Montegranaro dal muro e Casette d'Ete (altro muro), come diavolo ha fatto a rientrare sul gruppetto?