L'ultima parte del gruppo a Pontecurone |
Uno
scatto secco, poco prima della curva che ci copriva l'arrivo della corsa. Da
dietro le moto spunta l'arcobaleno di Peter Sagan e il pubblico si esalta. Sale
con una potenza rara, nemmeno paragonabile alle azioni che avevo visto sul
Poggio un anno prima. Qualcuno prova a rispondere, poco dietro, ma nella
concitazione non riesco a vedere chi sia.
La
nostra Milano-Sanremo inizia qui. Il mare è vicino, Milano lontana. Una signora
mi racconta che viene qui da 17 anni, perché vuoi mettere vedere la corsa per
strada o alla tv? Sulla curva in cui il Poggio spiana un po' c'è un camper che
vidi anche un anno fa. Stessa identica posizione, stesso identico tricolore sul
tetto e stesso gruppetto di persone a spiare dentro il finestrino. Nessuna
scena morbosa, solo un piccolo schermo per vedere che è successo e che
succederà. Due signori belgi sono venuti da Ostenda e tifano van Avermaet.
Hanno una bandiera del loro Paese con la scritta Jupiler, una delle mie birre
preferite.
Le immagini dell'arrivo dalla tv di un camper |
Dal
Poggio si scende per una rampa stretta e dalle pendenze micidiali. Che è meglio
non incontrare nessuno che viene nell'altro senso, altrimenti chissà. C'è
l'autostrada a due passi, come da molte parti qua in Liguria. Direzione Andora,
con una r sola, dove l'Aurelia è trionfante e possente e il mare c'è, ma si
vede meno. L'insegna del benzinaio Agip insieme a quella di un attraversamento
pedonale rimangono uno dei miei scenari preferiti di questa corsa. Dopo aver
provato a nasconderli un po' nelle foto, ho capito che sono parte integrante di
questo luogo, così come i palazzi e i pini, il ponte e i guardrail. I bambini
applaudono incoraggiati dai loro genitori. C'è lo spazio per un panino, Andora
è un po' il nostro rifornimento. Passa il gruppo rapidissimo, qua è già corsa
vera, chi ha in testa il traguardo non può più distrarsi un secondo. Come
Alessandro, che si fa spazio tra la folla col suo teleobiettivo.
Ad Andora la corsa si fa vera |
Da
Andora a Spotorno, il mare si fa più maestoso. Quest'anno ci sono le onde, lo
scorso anche gente in spiaggia a godersi un sole piacevole già a marzo. Le
rocce per i fotografi sono poco distanti, la tensione comincia a farsi sentire,
ma il pubblico si gusta comunque uno scenario raro per una corsa di bici. La
rotonda di ingresso al percorso è davvero colma di gente.
La
novità di quest'anno per me sono gli autogrill in autostrada. Un'esperienza
unica, a parte il rischio per un esame all'università. Ma questa è un'altra storia…
Mi
affascina la conoscenza che Alessandro ha di questi luoghi. Per lui non è una
corsa come le altre, si vede dai suoi occhi. È la corsa delle scorciatoie su
cui ha pedalato, non di quelle studiate su una mappa. Degli scorci e dei paesi
delle vacanze, delle trattorie conosciute per nome e per menù, dei ricordi di
gioventù e della prima passione per le corse. Arrivano i Piani d'Invrea, c'è il
primo tratto di Aurelia a un passo. La sosta in autogrill serve anche per
bisogni fisiologici e gastronomici. Rapidissima, con lo stesso spirito dei
professionisti della bici. Per gli autogrill sparsi in Italia c'è cresciuta una
generazione intera negli anni 'anta'. Un caffè, un panino dal nome surreale,
quei prosciutti nel frigo che mi chiedo sempre chi mai comprerà, la Settimana
Enigmistica, un CD dell'Equipe 84 col 10% di sconto. E ora, per la prima volta
per me, anche una Milano-Sanremo. Roba da aggiungere al CV.
Gli autogrill, parte integrante della giornata |
Risaliamo
in fretta, non può essere altrimenti. La corsa è veloce, anche se al momento un
po' addormentata, e perderla è davvero facile. Basta un intoppo o un bivio
indeciso. Ma non è assolutamente il nostro caso. Stura è il prossimo autogrill,
vicino Rossiglione, ma soprattutto vicino Gnocchetto. So che è una passione per
Angelo, dai racconti degli anni passati. C'è vento, ma tanto vento. Alessandro
sa che viene giù dalla vallata del Turchino, insieme al fiume che scorre. La
corsa viene in senso opposto e vedere Marangoni a testa bassa tirare il
gruppetto dei fuggitivi per me è stata un'immagine importante di questa corsa.
Lo sforzo enorme di chi sa che a Sanremo non taglierà il traguardo per primo,
ma non per questo non vale la pena provarci e assaporare per primi l'odore del
mare.
Alan Marangoni, a testa bassa, contro il vento del Turchino |
Novi
Ligure è una spada dritta nella pianura piemontese. Che a guardare a destra o a
sinistra, non vedi la fine e non sai da che parte andare a vedere la corsa.
Giriamo un po' prima di trovare un posto interessante. C'è una poliziotta di
Latina e poco più avanti una signora di Roma che abita lì con tutta la famiglia
e corre tra la strada e la tv. Un pezzetto di Lazio quassù in Piemonte.
Arriva
Pontecurone. E c'è poco da aggiungere. È uno di quei luoghi magici, in cui le
storie nascono... da Sole. È il posto degli sguardi. Il mio, che ancora non
credo a tutto quello che sto facendo, quello di Alessandro in cui c'è il
riflesso di questi luoghi, quello di Angelo a quel maledetto termometro. E
quello di tanta gente discreta e cordiale lungo la strada, che ti parla e ti
sorride in un giorno di festa. Non scrivo altro su Pontecurone, sarei di
parte...
Pontecurone, il mio luogo preferito della corsa |
A
Binasco, la prossima tappa, forse ci sono tante cose interessanti da scoprire.
Ma di sicuro c'è una rotonda sulla provinciale numero 35. È un po' un'isola dei
non famosi, in mezzo al fiume della corsa. Pedalatori della domenica, tifosi e
anziani arrivati in bici, insegne di megastore e cartelli stradali. C'è sempre
una fuga che qua nasce o diventa matura. Alessandro lo sa bene e non se la fa
sfuggire. E su questa rotonda si potrebbe davvero girare una trasmissione tv,
più interessante di tante altre... Io la farei! O, più seriamente, scrivere un
racconto, sul coraggio di chi rischia nella vita e se ne va e la sicurezza di
chi invece sa che non è ancora il momento giusto per giocare le sue carte.
Binasco, la rotonda-isola dei non famosi |
Finalmente
Milano, la aspettavamo da quasi 300 km. L'atmosfera del Castello Sforzesco, con
la luce del mattino che taglia occhi ancora un po' assonnati. I rumori assopiti
di una città che in questo weekend veste abiti diversi, meno cravatte e più
scarpe da corsa. Ci sono i bus delle squadre e le chiacchiere fra amici, c'è
una città che conosco poco, ma sembra invitante. C'è di sicuro qualcuno che
vincerà, tanti che faticheranno e noi che cerchiamo una giornata che non sia di
solo ciclismo.
Noi
che abbiamo riavvolto il nastro della nostra corsa, perché dovevamo e volevamo
essere in 3. E siamo tornati a Milano a citofonare a un amico: "Angelo,
scendi ché andiamo a Sanremo!"
1 commento:
bellissime foto grande racconto
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