sabato 17 febbraio 2018

La nostra Sanremo-Milano / 2017

L'ultima parte del gruppo a Pontecurone

Uno scatto secco, poco prima della curva che ci copriva l'arrivo della corsa. Da dietro le moto spunta l'arcobaleno di Peter Sagan e il pubblico si esalta. Sale con una potenza rara, nemmeno paragonabile alle azioni che avevo visto sul Poggio un anno prima. Qualcuno prova a rispondere, poco dietro, ma nella concitazione non riesco a vedere chi sia.
La nostra Milano-Sanremo inizia qui. Il mare è vicino, Milano lontana. Una signora mi racconta che viene qui da 17 anni, perché vuoi mettere vedere la corsa per strada o alla tv? Sulla curva in cui il Poggio spiana un po' c'è un camper che vidi anche un anno fa. Stessa identica posizione, stesso identico tricolore sul tetto e stesso gruppetto di persone a spiare dentro il finestrino. Nessuna scena morbosa, solo un piccolo schermo per vedere che è successo e che succederà. Due signori belgi sono venuti da Ostenda e tifano van Avermaet. Hanno una bandiera del loro Paese con la scritta Jupiler, una delle mie birre preferite.

Le immagini dell'arrivo dalla tv di un camper

Dal Poggio si scende per una rampa stretta e dalle pendenze micidiali. Che è meglio non incontrare nessuno che viene nell'altro senso, altrimenti chissà. C'è l'autostrada a due passi, come da molte parti qua in Liguria. Direzione Andora, con una r sola, dove l'Aurelia è trionfante e possente e il mare c'è, ma si vede meno. L'insegna del benzinaio Agip insieme a quella di un attraversamento pedonale rimangono uno dei miei scenari preferiti di questa corsa. Dopo aver provato a nasconderli un po' nelle foto, ho capito che sono parte integrante di questo luogo, così come i palazzi e i pini, il ponte e i guardrail. I bambini applaudono incoraggiati dai loro genitori. C'è lo spazio per un panino, Andora è un po' il nostro rifornimento. Passa il gruppo rapidissimo, qua è già corsa vera, chi ha in testa il traguardo non può più distrarsi un secondo. Come Alessandro, che si fa spazio tra la folla col suo teleobiettivo.

Ad Andora la corsa si fa vera

Da Andora a Spotorno, il mare si fa più maestoso. Quest'anno ci sono le onde, lo scorso anche gente in spiaggia a godersi un sole piacevole già a marzo. Le rocce per i fotografi sono poco distanti, la tensione comincia a farsi sentire, ma il pubblico si gusta comunque uno scenario raro per una corsa di bici. La rotonda di ingresso al percorso è davvero colma di gente.
La novità di quest'anno per me sono gli autogrill in autostrada. Un'esperienza unica, a parte il rischio per un esame all'università. Ma questa è un'altra storia…
Mi affascina la conoscenza che Alessandro ha di questi luoghi. Per lui non è una corsa come le altre, si vede dai suoi occhi. È la corsa delle scorciatoie su cui ha pedalato, non di quelle studiate su una mappa. Degli scorci e dei paesi delle vacanze, delle trattorie conosciute per nome e per menù, dei ricordi di gioventù e della prima passione per le corse. Arrivano i Piani d'Invrea, c'è il primo tratto di Aurelia a un passo. La sosta in autogrill serve anche per bisogni fisiologici e gastronomici. Rapidissima, con lo stesso spirito dei professionisti della bici. Per gli autogrill sparsi in Italia c'è cresciuta una generazione intera negli anni 'anta'. Un caffè, un panino dal nome surreale, quei prosciutti nel frigo che mi chiedo sempre chi mai comprerà, la Settimana Enigmistica, un CD dell'Equipe 84 col 10% di sconto. E ora, per la prima volta per me, anche una Milano-Sanremo. Roba da aggiungere al CV.

Gli autogrill, parte integrante della giornata

Risaliamo in fretta, non può essere altrimenti. La corsa è veloce, anche se al momento un po' addormentata, e perderla è davvero facile. Basta un intoppo o un bivio indeciso. Ma non è assolutamente il nostro caso. Stura è il prossimo autogrill, vicino Rossiglione, ma soprattutto vicino Gnocchetto. So che è una passione per Angelo, dai racconti degli anni passati. C'è vento, ma tanto vento. Alessandro sa che viene giù dalla vallata del Turchino, insieme al fiume che scorre. La corsa viene in senso opposto e vedere Marangoni a testa bassa tirare il gruppetto dei fuggitivi per me è stata un'immagine importante di questa corsa. Lo sforzo enorme di chi sa che a Sanremo non taglierà il traguardo per primo, ma non per questo non vale la pena provarci e assaporare per primi l'odore del mare.

Alan Marangoni, a testa bassa, contro il vento del Turchino

Novi Ligure è una spada dritta nella pianura piemontese. Che a guardare a destra o a sinistra, non vedi la fine e non sai da che parte andare a vedere la corsa. Giriamo un po' prima di trovare un posto interessante. C'è una poliziotta di Latina e poco più avanti una signora di Roma che abita lì con tutta la famiglia e corre tra la strada e la tv. Un pezzetto di Lazio quassù in Piemonte.
Arriva Pontecurone. E c'è poco da aggiungere. È uno di quei luoghi magici, in cui le storie nascono... da Sole. È il posto degli sguardi. Il mio, che ancora non credo a tutto quello che sto facendo, quello di Alessandro in cui c'è il riflesso di questi luoghi, quello di Angelo a quel maledetto termometro. E quello di tanta gente discreta e cordiale lungo la strada, che ti parla e ti sorride in un giorno di festa. Non scrivo altro su Pontecurone, sarei di parte...

Pontecurone, il mio luogo preferito della corsa

A Binasco, la prossima tappa, forse ci sono tante cose interessanti da scoprire. Ma di sicuro c'è una rotonda sulla provinciale numero 35. È un po' un'isola dei non famosi, in mezzo al fiume della corsa. Pedalatori della domenica, tifosi e anziani arrivati in bici, insegne di megastore e cartelli stradali. C'è sempre una fuga che qua nasce o diventa matura. Alessandro lo sa bene e non se la fa sfuggire. E su questa rotonda si potrebbe davvero girare una trasmissione tv, più interessante di tante altre... Io la farei! O, più seriamente, scrivere un racconto, sul coraggio di chi rischia nella vita e se ne va e la sicurezza di chi invece sa che non è ancora il momento giusto per giocare le sue carte.

Binasco, la rotonda-isola dei non famosi

Finalmente Milano, la aspettavamo da quasi 300 km. L'atmosfera del Castello Sforzesco, con la luce del mattino che taglia occhi ancora un po' assonnati. I rumori assopiti di una città che in questo weekend veste abiti diversi, meno cravatte e più scarpe da corsa. Ci sono i bus delle squadre e le chiacchiere fra amici, c'è una città che conosco poco, ma sembra invitante. C'è di sicuro qualcuno che vincerà, tanti che faticheranno e noi che cerchiamo una giornata che non sia di solo ciclismo.
Noi che abbiamo riavvolto il nastro della nostra corsa, perché dovevamo e volevamo essere in 3. E siamo tornati a Milano a citofonare a un amico: "Angelo, scendi ché andiamo a Sanremo!"


1 commento:

ika Oka ha detto...

bellissime foto grande racconto