Vincenzo Nibali sul Poggio di Sanremo, 17 Marzo 2018 |
E’ da anni che veniamo a vedere la Milano Sanremo sul Poggio, dove la sera tira sempre il vento, arrivando giusto pochi minuti prima del passaggio. C’è appena il tempo di riprenderci dal lungo viaggio ad inseguimento, osservare il mare, preparare le fotocamere e di già arrivano le staffette della corsa. Da quando non vincono più gli Italiani c’è sempre meno gente quassù, ogni anno qualche gruppo in meno, soprattutto ciclisti o locali. Nessun autobus, pochi camper.
Abbiamo assistito a sette ore di nulla, di gruppo che insegue gente che sta in fuga per cartello. Così abbiamo cercato di leggere mosse che forse non sono mai esistite: basta il corridore di una squadra che transita in testa, per farci pensare ad una complessa tattica di gara. Abbiamo preso pioggia già in partenza, freddo in Piemonte, poi ancora pioggia in Liguria, poco prima di Savona, sinché verso Imperia ci ha sorpreso il sole. Ma a quel punto la nostra testa era già al Poggio.
Le moto spuntano a grappoli dalla curva, c’è chi segue la corsa sul cellulare e diffonde emozioni ed informazioni, ci sono due stranieri che si godono la gita della vita, c’è un tizio in piedi sul tetto del suo camper tira fuori un bel tricolore, c’è chi proprio non riesce a stare fermo e cambia posto ogni momento. Il cuore palpita forte e qualcuno grida che Nibali è scattato. Tra le moto intuisci che c’è il Siciliano che pedala come un matto, tutto a sinistra, contro il muro sormontato dal pitosforo. Con la sua maglia rossa taglia la curva a destra come fosse una furia, mentre dietro il gruppo è così lontano che quasi non crediamo ai nostri occhi. Come ha preso tutto quel vantaggio? Intuiamo Kwiatkowski e Sagan che rilanciano e poi rimaniamo un attimo rimbambiti da tutto quel trambusto.
La diretta scorre sui telefonini e si formano gruppi di persone in un silenzio irreale. Di fianco a noi continuano a passare i corridori, intanto la discesa, l’inseguimento e l’ultimo chilometro scorrono sugli schermi. Parte un boato da uno dei gruppi, il cui segnale video ha meno ritardo, e tutti gli altri dietro. E’ successo davvero, lo avete visto tutti, ma noi ancora fatichiamo a crederci.
2 commenti:
Complimenti per la foto. Difficilissimo fotografare in pieno l'azione vincente e
e riuscire a renderla quasi meno importante del contesto.
Nibali in fuga l'ho visto cento volte, l'effetto della sua azione sul pubblico, quello spettatore urlante l'ho visto solo su albumciclismo
Grazie Michele. Grazie.
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