Un immagine della corsa nel settore 5: da Asciano a Torre a Castello |
Ricordo d'una gita tra ragazzini per viottoli polverosi tra i campi. Era primavera e cercavamo un campo di camomilla, per raccoglierne i fiori; uno di noi l'aveva visto qualche giorno prima e ci guidava tra bivi senza nome in quella terra senza fine che si trovava tra la ferrovia ed il fiume. Cercavamo più che altro un motivo per andar via da casa, senza una meta ben precisa, ma con un idea chiara in testa: cavarsela da soli. Un passaggio a livello desolato divideva quel mondo ignoto che dopo ogni autunno cambiava volto e confini; il grande fiume e le sue piene sconvolgevano alberi, arbusti ed ogni punto di riferimento veniva spazzato via. Le strade polverose dei campi segnavano una ragnatela di opportunità, ed il nostro gruppo procedeva rapido ed incurante del tempo che trascorreva. Le giornate di una acerba primavera terminavano poco dopo l'ora di pranzo, quando la luce cambiava e la brezza diveniva ostile; dovevamo fare in fretta per non farci cogliere dal buio. I più piccoli rimanevano indietro ed a gran voce richiamavano l'attenzione di chi era davanti. In una nuvola di polvere ci perdevamo spingendo a più non posso sul brecciolino accumulato sui fianchi d'un sentiero a schiena d'asino. Non sapevamo nulla del ciclismo e delle corse, ma ora so che ne eravamo gli interpreti più autentici. Quelle corse tra i campi rimangono le più entusiasmanti che io ricordi. Il campo di camomilla rimase un obbiettivo mai raggiunto. Saltammo il bivio giusto, oppure semplicemente, non era mai esistito. Ma nella nostra fantasia, nei nostri cuori, quel grande campo fiorito e profumato, rimarrà per sempre il traguardo più ambito. Ve n'è altro?
2 commenti:
Bello.
Grazie. Speriamo che sabato la corsa sia combattuta.
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