Le sconosciute terre al di quà dell'Orba |
Un po' succede anche a me, ogni volta che ritorno in quella striscia di terra che vide i miei primi passi e soprattutto le mie prime pedalate. Forse complice quella promessa ,talvolta inconsapevole, che ciascun emigrante ha fatto alla propria terra: ritornerò. Che essa sia lontana decine di migliaia di chilometri oppure solo qualche centinaio poco importa; le radici sono un qualcosa che va oltre lo star bene, il quieto vivere e persino il benessere.
Quei bivi persi nella campagna, che solo io e pochi altri conosciamo, in un dedalo di stradine larghe poco meno di due metri che scavalcano colline e diventavano allora salite invallicabili, sono il richiamo che nessun passo Alpino potrà mai avere su di me.
Quelle salite, frutto della mia creatività e che tutti gli altri definirebbero semplicemente brevi strappi, hanno i nomi magici degli anni innocienti: le Fontane, la Piria, I muri di San Lorenzo, Carpeneto, Mantovana e tantissimi altri.
Così, nel pomeriggio d'un giorno di fine Agosto ho chiesto un breve congedo alla mia vita e mi sono rifugiato tra le cose che davvero conosco. Quelle strade, quei bivi, li conosco davvero. E forse loro riconoscono anche me.
1 commento:
E in quelle stradine recondite ai molti, ma non alla memoria delle anime nobili; in quei bivi, che passano inosservati nella noia della gente comune, che tanto assomigliano alle scelte della vita, ritorna un uomo e un ciclista d'altri tempi. Bravo.
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