domenica 21 dicembre 2014

Quando ero il motociclista dei Pirenei

Solo grazie ad una fotografia.

Era una serata luminosa, quella di Plateau de Beille, quando incontrai per la prima volta quel gruppo di Romagnoli amici di Pantani, che seguivano ovunque il loro corridore. Da quel giorno in poi, ogni volta che mi incontravano mi chiamavano “il motociclista dei Pirenei”. Diventava una sorta di appuntamento, il nostro. Li riconoscevo dalla P lunga disegnata per terra, come la chiamò un giorno un giornalista della Gazzetta, che si era fermato per un piatto di penne al ragù, sulla strada del Ventoux. La scritta Pantani con la P lunga veniva ripetuto un certo numero di volte sull’asfalto, e loro erano lì con un camper, a fare festa ed aspettare i corridori. Mi riconoscevano come uno di loro, da quella volta di Plateau de Beille, sebbene sapessero che non fossi un tifoso del Pirata. Era una sorta di appuntamento: trovavo sempre un bicchiere di sangiovese, a volte un piatto di pasta, una salamella. Trovavo soprattutto degli amici che sapevano farmi sentire importante, ogni volta di più. “I Pirenei” gridavano ad ogni nuova occasione. Poi tutto quello finì, e non vidi mai più ne la P lunga, ne i miei amici. Finché un giorno di Maggio del 2008, con il Giro a pochi passi da Cesena, incontrai Adriano, l’unico che tra loro tornava ogni tanto sulle strade del ciclismo, quando il ciclismo tornava sulle strade del Pirata. Ci abbracciammo e ci ricordammo dei Pirenei. Noi che avevamo davvero vissuto quei giorni sulla strada, sapevamo che nulla sarebbe mai più stato come allora. Quella sera luminosa e calda di Luglio era tramontata da un pezzo. Sembrava passata una vita intera, da quei giorni della P lunga sull’asfalto e forse davvero si trattava ormai d’un altra vita. Guardammo i corridori transitare ed Adriano ripartì con la sua vespa verso la campagna mentre io tornai in silenzio verso la mia auto. Se oggi non avessi la fotografia di quell’incontro penserei di essermi immaginato tutto. Compresi i Pirenei.

1 commento:

Angelo Giangregorio ha detto...

Le Storie che nascono sulla strada...