Giro 2017 - Tom Doumulin, finalmente un Olandese |
L’Olanda è colpevole d’aver vinto il Giro soltanto alla centesima
edizione. Lei, che è una Nazione di biciclette non era mai salita sul gradino
più alto del podio. Era il 1988, avevo appena cominciato a seguire il ciclismo, c’era un
ragazzo Olandese fortissimo e dalle grandi speranze, si chiamava Eric Breuking.
Uno che a crono filava e che in montagna era in grado di stare al passo; arrivò
secondo. Poi perse smalto e non mantenne più le promesse. All’inizio di questo
Giro avrei scommesso che Tom Doumulin avrebbe fatto la stessa fine, dopo le
belle cose fatte vedere l’anno scorso. Invece ha vinto un Giro completo,
infarcito di tante salite, con montagne altissime, cronometro difficili e tappe
miste. Pochi giorni semplici. Ha vinto contro avversari agguerriti e forti. Al
Giro quest’anno c’erano i migliori. Adesso che ha vinto il Giro verrà
considerato un grosso calibro anche altrove, a dimostrazione che la nostra
amata corsa è rispettata anche fuori dai nostri confini e, pure a casa nostra,
non appare così grave che abbia vinto uno straniero, segno della maturità che
ha raggiunto questa competizione e chi la osserva. Non ci serve più il duello
da campanile, ma esigiamo grossi nomi a contendersi la maglia rosa. Partoriti
da ogni angolo del mondo, ma fenomeni; ora che l’Olanda ha espiato la sua
colpa.
1 commento:
bell'articolo
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