Nel tumulto dei preparativi, nascosto tra le ammiraglie c'è un grande protagonisa degli anni scorsi di questa corsa. Eric Zabel sposta scatole dal bagliaio dell'ammiraglia al motor home come un qualsiasi meccanico. I corridori non sono ancora scesi dai grandi autobus; molti Milanesi lo riconoscono, è amatissimo. Gli chiedono autografi e posano di fianco a lui quasi fosse in procinto di partire, ancora una volta, con il numero sulla schiena, verso la "sua" classica.
Questa è la tua gara, Eric.... era.
Era... è un qualcosa che appartiene al passato, ormai.
Come ti senti in un giorno particolare come questo?
Sono felice di essere quì - sorride felice; un sorriso onesto, che viene quesi da credergli -
Che lavoro svolgi?
Sono uomo immagine della Columbia.
Nutrite più chance con Cavendish o con Loqvist?
Direi che sarebbe una bella sorpresa vincere con Mark (Cavendish). E' al debutto, è davvero molto difficile vincere al debutto, quì. Direi che potremmo puntare qualcosa di più su Thomas (Loqvist).
Qual'è il segreto che ti faceva vincere questa Classica ad ogni Primavera?
Essere in grande forma.
Puoi sbottonarti, mica corri ancora
- sorride -
Ok, allora almeno dimmi come finisce oggi
Volata, sicuro. Punto tutto suolla volata.
Come ti senti in una giornata così. Con la "tua" Sanremo che parte e che finirà in volata?
- ora non sorride più, guarda un momento per terra -
Non so, è strano.
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