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Il Giro entra nella sua fase più bella. Posso pur dire che me lo ero immaginato proprio così: bello, incerto e combattuto. Sin dai giorni delle indiscrezioni sul percorso ero convinto che l'idea di eleggere l'Appennino a giudice della corsa avrebbe reso giustizia ad un disegno ardito e fantasioso. Allora pareva una bestemmia. Sambrava che, senza Alpi, non avremmo assistito ad un grande spettacolo. Adesso, invece, siamo di fronte ad una situazione molto intrigante. Menchov è in rosa. Meritato. Si vedeva che pedalava bene. Tuttavia il Russo non può dormire sonni tranquilli. Nelle tappe di Sabato e Domenica dovrà per forza far lavorare (tanto) la squadra. Molto dipenderà dalla fantasia dei suoi avversari. Verso Bologna il gruppo incontrerà le salite dell'appennino Tosco-Emiliano. Poi ci saranno, Domenica, le salite dell'appennino Romagnolo. Quindi, Lunedì, il tappone dei tapponi. L'inedito e misterioso appennino Marchigiano. Avrò modo di approfondire l'argomento. Ieri mi è piaciuto moltissimo Di Luca. Avete visto che grinta? Forse l'abbruzzese non avrà modo di riconquistare la maglia rosa, ma è stato certamente il grande protagonista della prima parte. Benissimo anche Pellizzotti che si conferma dopo la grande vittoria di Kronplatz dell'anno scorso. Che ne dite di Basso? Ha deluso? Forse. Però aspettiamo il Monte Petrano per dare giudizi su chi oggi ha pedalato sotto le attese, perchè solo adesso viene il bello.
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