Pedavena, vicino Feltre, penultima tappa |
Non è un gioco, è una storia. Un allungo in salita e un tornante in discesa.
È stato la prima volta oppure l'ultima. È stato la sosta sotto casa, la stretta di mano perché la fuga non va. È stato la fuga da solo, ma perché? Perché sì! È stato un arrivo in gruppetto, la maglia slacciata, è stato la pioggia in partenza, la pioggia all'arrivo, la pioggia a metà. La pioggia a tratti perenne. Poi è stato anche un po' di sole, è stato una spinta di troppo, anche uno sguardo di troppo, forse un'attesa di troppo. È stato Bologna, Orbetello, Frascati. È stato Leonardo, Coppi e il Ghisallo. È stato una scossa che non fa paura. È stato maggio chiuso per neve, è stato vittoria per chi non vince mai, è stato borracce raccolte e strappate. È stato un pensiero per chi sta lassù, è stato una maglia a strisce sfigata, è stato un mare giallo dentro l'Arena, è stato Italia-Germania-Colombia-Ecuador.
È stato divano, è stato autostrada, è stato parcheggi, è stato salita. È stato amici incontrati e passi condivisi, è stato storie passate che la strada conserva e riporta nel tempo. È stato un abbraccio, una risata, un figlio che cresce sognando una bici. È stato un'avventura e non è stato soltanto una primavera.
È stato festa.
È stato fatica.
È stato rosa.
È stato un altro Giro d'Italia.
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