La Puglia è una terra internazionale, che parla più lingue e ha occhi di tutti i colori. Non guarda in mare aperto, è un po' intrappolata nella rete delle fitte cose europee che si guardano dalla finestra. Ma respira lontano e lo fa con tutta la sua identità profumata. Sulle coste frastagliate, le torri di avvistamento sono meno rinomate delle sue acque blu, ma allungano le dita e si danno la mano per abbracciare e proteggere gli ulivi dell'entroterra.
È una pianura che pianura non è. Perché sale e scende, poi riscende e risale. Strappetti secchi, come i suoi muretti, che ti sussurrano in dialetto storie senza tempo di sole e di sudore, quando decidi che la velocità non è più la strada giusta da seguire. E ti addentri per vie tortuose, come i tuoi pensieri che non trovano mai equilibrio e serenità. Come le nuvole che lottano col mare e rimangono, respinte, a mettere il cappello alle cittadine bianche e rotonde che, lentamente, cominciano a intrallazzare con le Murge. Storie di terre senza una linea di confine.
La Puglia, questa Puglia, si prepara ad accogliere il Giro d'Italia che sbarca dopo i suoi primi giorni albanesi. C'è uno stuolo di turisti e giovani ragazzi in gita scolastica che popola Alberobello, la mattina del giorno di riposo. Riposo per i corridori, non per tutti gli altri. Il bianco dei trulli e dei pavimenti acceca un lunedì finalmente caldo e scorrevole. Cappelli rosa, magliette rosa, piatti di plastica rosa, bandierine rosa. Rosa, perfino, sui manifesti funebri, nome di 3 donne che, in questa vita che ci schiaccia, ci sono volute in qualche modo essere per queste giornate speciali.
Noci è un posto che scalpita, di gente con gli occhi curiosi e storie che non paiono così probabili, ma che in realtà, davvero, lo sono. Le signore, di mattina, lustrano le vetrine dei loro negozi per la corsa che passerà, i signori sulle panchine della piazza prendono già posto, tanto noi siamo sempre qui. C'è chi dice il Giro sia venuto già un paio di volte ché me lo ricordo da piccola, c'è chi dice che no, che è la prima volta. C'è fermento sotto gli ombrelli rosa, come per la festa del paese, come per qualcuno che si sposa.
L'aria si rasserena, il tramonto ci prova anche, stasera. Scorrono le scie luminose delle automobili, a disegnare un'attesa nuova. Il Giro passerà, come passano i giorni di maggio, veloci e intensi. Senza respiro. Ma poi il Giro resta, perché il ciclismo arriva e non se ne va più, quando viene a ballare, in Puglia e non solo.
3 commenti:
E queste parole lente e profumate di sassi ed uliveti come accompagnano bene i pensieri di chi viaggia solo con la fantasia
Una splendida cartolina per la prima tappa italiana del Giro. Rosa è il colore che ci accompagnerà per le prossime 3 settimane. Ti stavamo aspettando e finalmente sei arrivato
Bonasera top!
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