sabato 5 gennaio 2008

Storia di "uno" che c'era.

Non vi è pagina più epica nel ciclismo moderno. Erano anni che il Giro affrontava percorsi semplici, a volte ridicoli. Nel 1988 Torriani propose un percorso che finalmente comprendeva le grandi salite delle Alpi. Il Gavia, lo Stelvio, il Rombo. Si giunse alla tappa del Gavia con Franco Chioccioli in maglia rosa, ed un manipolo di stranieri pronti a farlo fuori. Tutti temevano quella salita che, al tempo, era in parte ancora sterrata. Le squadre si prepararono pertanto per affrontare mumerose forature collocando meccanici attrezzati lungo il tratto sterrato; trent'anni prima, durante l'ultima scalata, erano state proprio le forature a decidere la corsa. Ma le streghe avevano quel giorno un altro volto e si presentarono per l’occasione sotto le spoglie di una bufera di neve. La corsa, completamente impreparata, fu sopraffatta dagli eventi. A Bormio, al traguardo, la televisione trasmise immagini crudeli di corridori che giungevano piangendo, assiderati, in preda ad inarrestabili convulsioni. Uomini forti che invocavano la madre, persino Dio, pur di farla finita. Non vi fu telecronaca perché non vi furono immagini in diretta dalla corsa. Persino la radiocronaca fu essenziale perché le moto non riuscivano in discesa a seguire i corridori. Del primo in vetta (Vandevelde) non si seppe nulla per quasi un’ora, ed in molti temettero che fosse rimasto sepolto dalla neve in seguito ad una caduta. Di tutta quell’esperienza rimangono oggi pochissime immagini della salita e brevi filmati del passaggio in vetta. Tutta una generazione, me compreso, ha vissuto quella tappa nei ricordi sempre più sbiaditi di quelle poche testimonianze. Non esiste un documento completo che possa rendere l’idea di cosa realmente è accaduto in quella discesa. Ma esiste la testimonianza di chi ha affrontato quella maledizione, e la più bella tra tutte, a mio modo di vedere, è quella che ho l’onore di proporre qui. Si tratta di una splendida intervista di Richard Pestes ad Andy Hampsten, vincitore del Giro 1988 e secondo a Bormio quel giorno. L’intervista è una libera traduzione dall’originale pubblicata già più volte su PEZCYCLINGNEWS.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Greetings Alesandro! For the beginning it would be desirable to envy you and to tell that with you beside every day the finest woman and to wish your center of all blessings! As to cycling I consider as its leader on difficulty comparing it with any kind of sports and I wish to thank you for creation of this site and I wish to develop in this plan and I shall try next time to comment on a theme on your clauses! Success and the world to you and your family! Sincerely yours Pogosjan H.J.

Alessandro Federico ha detto...

Thanks Pogosjan for your nice words to me and my family. Come back when you'll like. I will find place for some interesting Russian riders too. Popovich (Ukrainan), Kolobnev, Efimkin... there are a lot of interesting riders coming from East!
Thanks for your message.