Le meravigliose stradine bianche della Toscana rianimano il Giro d'Italia, dopo la tragedia di lunedì scorso. I corridori, quasi richiamati dalla tarda primavera e riportati indietro dal soffio della Storia che spira su queste vie, si danno battaglia e si buttano a capofitto nelle discese ghiaiose. Quasi a voler scongiurare i Demoni che hanno tolto loro il sonno. Viene fuori una tappa spettacolare, ricchissima di spunti e di colpi di scena. Sinchè Weening non mette tutti daccordo vincendo tappa ed indossando la maglia rosa. Un rosa pallido, che già dopodomani potrebbe perdere (arrivo sulla salita di Mercogliano). Il Giro punta decisamente verso sud, ed i grandi favoriti, alla fiunestra tutto il giorno, ma senza mai esporsi troppo, già pensano all'Etna. Domenica, in cima al vulcano, esploderà la classifica. Intanto oggi gli attaccanti ci hanno emozionato, primo tra tutti Kohler, da solo sin dal principio, che ha tenuto duro sino ai dieci all'arrivo. Le immagini del suo tribolare sullo sterrato in salita sono quasi meglio di una vittoria. Ma ognuno di noi, in qualche modo, si chiede se gioire dello spettacolo che questo sport ci regala, o se riflettere ancora sulla morte di Weylandt. E' il grande mistero della vita, che ci fa resistere e dimenticare in fretta. E' la nostra fredda e spietta umanità, che ci riporta sulle strade e ci eccita alla vista della corsa. Quella vera. Quella dura. Quella che, adesso, ci fa vergognare.
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