martedì 21 febbraio 2012

Raccontami ancora - Sui monti che tanto avevo sognato

Finalmente i Pirenei
Col de Peyresourde, 20 Luglio 1998
Finalmente i Pirenei. Li ho intravisti questa mattina dall’afosa pianura di St. Gaudens dove pareva di essere in un film western; la città fantasma. Le strade deserte, le vetrine dei negozi sbarrate e le insegne con gli annunci di affitto materiale da sci. Il caldo era insopportabile giù in pianura, mentre adesso l’aria è fresca ed ancor più fresca è l’acqua che ho bevuto alla fonte poco fa; dalla valle risalgono i suoni della mandria e adesso le ombre si allungano sempre di più. E’ sera e la vista da quassù è meravigliosa. C’è già molta gente per la tappa di domani; tanti Spagnoli. Più giù, sulla strada del Peyressourde si fa già festa, e qualcuno ha allestito un chiosco dove si può bere birra. Tra poco scendo anch’io, ma prima mi voglio godere questo assaggio di monti; non me li aspettavo così verdi. Poi mi prenderà magari un po’ di malinconia ed allora avrei fatto meglio a scendere prima. Ma adesso mi godo i monti per cui ho viaggiato tre giorni con la paura del traffico e sotto un sole atroce; finalmente sono sui Pirenei dove tante volte avevo soltanto immaginato e sognato di essere, mentre guardavo le foto dei vecchi Tour. Un pensiero a casa mia; ma subito mi rendo conto della distanza che mi separa adesso dai luoghi che amo.

Con il diario in mano mi dirigo verso il colle.
Les Cabannes, 21 Luglio 1998
Nuvole basse fin dal mattino, quando mi sono svegliato al freddo nella nebbia. Dove sono finito? In questo viaggio non ci sono mezze misure: troppo caldo o troppo freddo. Ho conosciuto due Italiani venuti sino a qui, come me, più per il gusto dell’avventura che per altro. Loro tornano tutti gli anni con un furgone ben attrezzato e conoscono benissimo il Tour. Gli ho chiesto qualche consiglio per i giorni a venire; non dovrebbero esserci problemi per dormire sulla strada, a patto che rimanga sul percorso del Tour. La corsa invece non mi è piaciuta. Un po’ il maltempo, un po’ che ho scelto un posto brutto, quasi in discesa, subito dopo il colle. Dopo la corsa il viaggio è stato lungo, sino ai piedi di Plateau de Beille. La pioggia purtroppo non ha favorito il mio viaggio ma, tutto sommato, sono arrivato tranquillamente ed ancora con un filo di luce. Però i gendarmi mi hanno bloccato all’imbocco della salita… anche le moto non salgono sino a domattina.
Pertanto eccomi qui, accampato con altri attorno al campo da calcio di un paesino sperduto dell’Arriege; mi sono consolato con un buon panino farcito con salsicce locali.
Scroccare da chi è più organizzato... non ha prezzo! Ma che calzini orrendi.....
Les Cabannes, 22 Luglio
Oggi la tappa è stata emozionante. Grande vittoria di Pantani da solo con un bel margine di vantaggio. Diventa un bel pericolo per Ullrich che continuava a voltarsi (mi ha rovinato la foto!). Tantissima gente. Sin dal mattino quando mi sono svegliato con tantissimi altri che già si preparavano a salire. Ora sono tornato a Les Cabannes e fa sera. La salita è impressionante; lunghissima e dura. Sopra di noi la lunga fila di auto che sembra non finire mai, infine i camion della United Savan che trasportano le attrezzature del Tour e che suonano la sirena all’impazzata per salutarci. Domani, il giorno di riposo della corsa, mi mette in ansia perché non so dove potrei trovare da dormire sulla strada. Per me non sarà un gran riposo visto che stasera me la prendo comoda e mi fermo qui. Non saprei dove altro andare. Stamattina mentre salivo ho finalmente trovato dei tifosi di Pantani. Sono organizzati e vengono da Borrello, vicino a Rimini. Mi sono presentato ma mi hanno accolto con una certa freddezza quindi ho deciso di proseguire più in alto. Al rientro però loro erano ancora nello stesso posto e, questa volta, mi hanno fatto una gran festa. Erano su di giri per la vittoria del loro beniamino. “Non s’è mai vista una cosa del genere” mi ha risposto il più anziano, quando ho detto che adesso, con una crono già alle spalle, il distacco non è poi così incolmabile.
Pantani sul Plateau de Beille rifila una bella scoppola ad Ullrich.

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