Simoni e Basso, ricordo del Giro d'Italia 2006 |
Ora che il percorso del Giro 2019 è stato svelato è chiaro a tutti che la tappa con Gavia e Mortirolo, e finale a Ponte di Legno, sarà il giorno del giudizio per la maglia rosa. Sebbene separati da molti chilometri sono una coppia di salite talmente dure da non concedere alcuna chance di recupero. Il Gavia logora, ed il Mortirolo tramortisce. Da Mazzo alla cima sono 12 chilometri con pochissime centinaia di metri di tregua, una vera sfida contro la forza di gravità. Non è un accoppiata inedita, comparve sulle altimetrie già nel 1996 ed è poi stata riproposta in altre 4 occasioni, l’ultima volta nel 2008. Del 2006 conserviamo questo ricordo
Nel 2006, nel giorno del Gavia e Mortirolo, ho accompagnato il mio mentore Richard Pestes in uno dei suoi leggendari “roadside”, quando Pez era un pioniere del ciclismo vissuto da dentro. Mi era stato offerto il soggiorno all’Aprica come riconoscimento del grosso lavoro svolto quella primavera a favore del sito e così viaggiai verso la Valcamonica e poi sino all’hotel dove incontrai Richard e Greg. Il giorno dopo, quello della tappa, guidai lungo il percorso di gara, su per il passo Gavia ancora coperto dalla neve e poi lungo la Valtellina sino a Mazzo, dove montai in sella e provai a scalare il Mortirolo, pur senza un briciolo di condizione. Fu una vera sofferenza, fatta di pedalate dure e lunghe soste, sino a dovermi arrendere a circa 3 km dalla cima dove attesi la corsa. Ne valse la pena perché lassù scattai una bella foto di Simoni e Basso che si stavano contendendo la tappa regina di quel Giro. Una sfida rimasta poi mitica grazie alla sfuriata di Simoni che non seppe accettare la superiorità (netta) della maglia rosa.
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