giovedì 28 febbraio 2019

Strade Bianche: le stigmate di Santa Caterina

Daniel Oss


Santa Caterina da Siena era nata nel medioevo nel rione di Fontebranda, lo stesso dove ogni anno le Strade Bianche si inerpicano per la via a lei dedicata, per poi raggiungere Piazza del Campo. Caterina era di famiglia povera, di quella povertà che non consentiva a genitori di 25 figli di mettere assieme una dote per lei, che tanto voleva votarsi. A quel tempo gli ingressi ai monasteri erano riservati a poche, e servivano ricche doti per sposarsi con dio. Fu una malattia a sfigurarle il volto, rendendola vecchia nonostante i suoi sedici anni; tale avvenimento le aprì le porte di un gruppo del Terz’Ordine di domenicane, anziane laiche, che solitamente non ammettevano giovani donne. Fu il suo volto sfigurato, che la faceva sembrare vecchia, a consentirle di seguire la sua vocazione, dedicandosi soprattutto agli ammaliati, quelli affetti dalle malattie più terribili, quelli infetti e pieni di piaghe, che nessuno voleva avvicinare. Sarà forse per la suggestione del luogo, o per il passaggio obbligato in quel pertugio prima di giungere alla luce del Campo, che non ho potuto fare a meno di pensare ai volti dei corridori che salgono lungo la strada del suo rione, sfigurati dalla loro fatica, dalla polvere o dal fango (a seconda..), volti di ragazzi di vent’anni che sembrano di settanta o forse più. Schizzi di fango che appaiono piaghe orribili e sguardi persi che sembrano invocare aiuto. Altrove forse sarebbero soltanto smorfie e volti sporchi, ma su quel ciottolato che guarda all’insù che pare non finire mai, gli occhi non bastano più ed il rumore già si dissolve rendendosi muto. I volti di Caterina stanno per passare.


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