mercoledì 3 aprile 2019

Milano-Sanremo 2019 / Con occhi diversi

Milano-Sanremo 2016, l'attesa in autostrada


All'uscita di una galleria in discesa, dopo una curva quasi interamente circolare, che disegna una bella forma sulla mappa. In quel punto, 3 anni fa, si fermò il traffico. Anche quello di chi era al seguito della corsa. Fotografi, ospiti, appassionati. Genovesi, liguri, lavoratori assidui, vacanzieri del fine settimana. Tutti fermi in autostrada, in attesa che il gruppo prendesse la via di un casello d'uscita e tornasse a ravvivare i suoi luoghi d'appartenenza. Sì, perché la Milano-Sanremo era stata dirottata tra autogrill e cartelli verdi a causa di una frana nella zona di Arenzano, che aveva messo fuori uso, per un tratto, la via Aurelia. Non c'era alternativa all'autostrada. Come per la neve di Ovada qualche anno prima.

In quel punto della A26, pochi metri dopo, c'è un bivio. A destra si prosegue verso Sanremo, verso Ventimiglia, verso la Francia e verso le sue storie di oggi, storie di Rivoluzioni colorate del nuovo millennio. Si gira a destra per continuare la rincorsa adrenalinica al gruppo, fra i Capi della Riviera di Ponente e i loro preziosi giochi di luce. A sinistra, invece, dopo pochi chilometri, c'è Genova. È uno svincolo micidiale, di quelli resi eterni da canzoni famose. Località Voltri. Ma la Milano-Sanremo di quest'anno, 2019, non potrà essere la stessa. Ci sarà un attacco, un vincitore, uno sconfitto sul filo di lana e chissà quanti delusi al traguardo che non hanno avuto le gambe sul Poggio o il coraggio in discesa. La carovana di quest'anno si lascerà alla spalle, a poca distanza da quello svincolo, una città diversa dal solito. Una città che avrà occhi diversi per questa Primavera, una città che sentirà distratta il suono delle bici che passano veloci e ascolterà ovattato il fruscio del mare che prova a trovare pace mese dopo mese, onda dopo onda. Quell'"oggi andiamo alla Sanremo" avrà un tono diverso nelle chiacchiere dei bar.

Era agosto, era sempre autostrada, era ancora l'uscita di una galleria e anche lì si fermò il traffico. E si fermò anche il respiro, per qualche attimo, per qualche minuto, in alcuni casi per delle vite intere. Non c'era una corsa di bici da inseguire, non c'era una canzone da sognare. C'erano sogni a occhi aperti e storie che avrebbero desiderato ancora altri capitoli da raccontare. Storie di idee e di talenti, storie di viaggi e di quotidianità, storie da perdersi nel vento e ritrovarsi sfiniti in riva al mare.

Perché a Genova c'è un altro sole. Genova arrampicata e battagliera, Genova ferita, Genova che non muore. Genova che "dai, domani andiamo alla Sanremo".

Nessun commento: