Tadej Pogacar - Ricordo delle Strade Bianche 2019 |
C’è una storia di tanto tempo fa che non ho mai avuto il coraggio di raccontare. Seguivo il Tour del 1996, le tappe Alpine, fredde come non mai. Allora fare foto non era proprio uno scherzo, i rullini costavano dei bei soldi, così come le stampe; io ero studente e quindi sempre al verde. A mala pena riuscivo a pagarmi la trasferta con la paghetta dei genitori. Tenda come hotel, se andava bene, ma a quel Tour dormivamo in auto, perché era freddo e pioveva sempre.
Così si risparmiava sulle foto, scattando soltanto quelle buone ai corridori che stavano davanti. Rullino da trentasei per tre giorni di gara, fate voi i conti. Quel Tour era mitologico, era il primo Tour in cui Indurain andò in crisi, e noi (io e mio cugino) avevamo immortalato quella crisi sui tornanti di Les Arcs. C’era però un corridore che avevo evitato di fotografare, perché non lo conoscevo, un giovane che stava andando forte in classifica, ma che era Tedesco e pertanto non consideravo (mi dite voi quali super campioni aveva mai espresso la Germania?).
Avete probabilmente già capito che io quel Tour ignorai beatamente Ullrich, secondo alla fine nella generale, e primo l’anno successivo. Così mi ripromisi di non dare mai più nulla per scontato, e di seguire da subito con attenzione i giovani che fanno risultati, perché il buon giorno si vede sempre dal mattino.
Eccoci così arrivati alla foto di Tadej Pogocar che se ancora non sapete chi è, vi consiglio di non perdervi. Qui era alle Strade Bianche, fresco vincitore dell’Algarve, gli avevo già messo l’obbiettivo addosso. Alla fine lo abbiamo rivisto sul podio della Vuelta. Occhi aperti..
1 commento:
un piacere leggere questi ricordi
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